Il concetto di feudalesimo si poggia su quello di VASSALLAGGIO. Con il termine vassallaggio intendiamo il rapporto di mutua fedeltà e protezione che si va a stabilire fra due persone.
In questo rapporto il vassallo è colui che si sottomette all’autorità dell’altra persona: il vassallo offre fedeltà e aiuto – in particolare militare -, ricevendo in cambio protezione – che si traduce in benefici economici o concessioni fondiarie (il feudo).
Questo rapporto viene sancito da una cerimonia dai caratteri fortemente religiosi.
Le origini del vassallaggio possono rintracciarsi nel Basso impero romano, in cui di fronte alla decadenza del potere centrale si sviluppano signorie latifondiste dotate di milizie private.
Un altro luogo d’origine è il mondo germanico, in cui al capo solitamente si legano uomini a lui fedeli attraverso un giuramento, creando una catena di clientele armate.
Queste pratiche cominciano a rendersi ancora più diffuse a partire dal VII secolo, quando durante le lotte interne al mondo dei Franchi acquista maggior peso la pratica di ottenere un sostegno militare attraverso rapporti vassallatici; in questa fase, data la scarsità di risorse economiche, si diffonde la pratica di ricompensare i vassalli attraverso la concessione di terre.
Il feudalesimo diventa un’istituzione ancora più stabile con l’impero carolingio, in cui diventa sistematica la pratica di attribuire benefici fondiari, appunto i feudi, ai vassalli.
In questa fase i vassalli non godono ancora di poteri politici e/o giuridici sui propri feudi e d’altronde i benefici non sono concessi in via ereditaria.
Con la crisi dell’impero carolingio però, e dunque con il venire meno di un potere centrale in grado di amministrare e difendere il territorio, nasce la signoria fondiaria. Questo vuol dire che i vassalli acquistano una serie di prerogative che nel complesso rendono i feudatari veri e propri signori del proprio territorio:
-la possibilità di trasmettere il feudo in via ereditaria (a partire dal Capitolare di Quierzy dell’877
-la costruzione di castelli
-i poteri di “banno”, ovvero di coercizione
-“immunità”, ovvero il non dover rendere conto al sovrano di questioni come l’imposizione fiscale o l’amministrazione della giustizia

Grazie a questo processo nasce un feudalesimo diverso da quello delle origini. Se in una prima fase lo scopo del feudalesimo è quello di affiancare al signore una clientela di uomini armati a lui fedeli (ricompensati attraverso una sorta di stipendio), ora il signore feudale esercita una vera e propria sovranità sul proprio territorio e sugli abitanti che lo popolano.
Questa forma del feudalesimo è quella che più appartiene all’immaginario medievale, anche perché si diffonde fuori dal mondo originale franco, diventando la struttura-base delle monarchie, appunto dette feudali, che si diffondono in questa fase, come quella francese, quella inglese o quella siciliana.
La diffusione capillare dei cosiddetti rapporti feudali – con la diffusione della pratica di prestare giuramento a più signori – ha spinto molti studiosi durante l’età moderna a descrive le monarche feudali come delle piramidi, una sorta di catena feudale che parte dal sovrano giungendo di passaggio in passaggio ai vassalli di più basso grado. Questa rappresentazione non corrisponde però alla realtà, in quanto quello a cui si assiste è piuttosto la creazione di una intricata rete di rapporti vassallatici, in cui l’obiettivo del sovrano diventa quello di ottenere la precedenza di fedeltà sui vari impegni vassallatici.


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