I Franchi sono una delle tante popolazioni di origine germanica che si insedia nei territori del decadente impero romano d’Occidente già dalla fine del IV secolo, andando a occupare la Gallia nord-orientale. Oltre ai Franchi, la Gallia nel V secolo vede la presenza dei Bretoni, nel nord-ovest, dei Visigoti nel sud-ovest e dei Burgundi nel sud-est.

I franchi sono divisi in tante tribù autonome, ma nel 482 queste vengono riunificate in un regno unitario da Clodoveo, primo re della dinastia dei merovingi.
Clodoveo non solo dà una unità politica ai franchi. Innanzitutto spinge la sua popolazione a convertirsi al cattolicesimo nel 498. Questo gli permetterà di costruire un’alleanza sociale molto stretta con la popolazione romana, a differenza delle altre popolazioni germaniche che invece aderiscono all’arianesimo. In secondo luogo Clodoveo spinge i Franchi a una espansione in Gallia, espellendo dal territorio le altre popolazioni germaniche con l’eccezione dei bretoni. I suoi successori proseguiranno l’opera di conquista e i franchi si estenderanno in una parte consistente dei territori oggi corrispondenti alla Francia e alla Germania, in territori che precedentemente non erano stati conquistati dai romani.
Ciò nonostante, la stabilità del loro regno rimarrà a lungo incerta. Nei franchi vigeva infatti una concezione patrimoniale del potere: il trono veniva infatti concepito come una proprietà personale del re, per cui alla sua morte il regno veniva diviso come una eredità fra i vari figli. Già dopo la morte di Clodoveo il regno viene diviso in quattro parti e a partire da quel momento iniziano una serie di scissioni e lotte fratricide per il potere, finendo per ridurre e indebolire la presenza dei franchi. I re franchi si dimostrano sempre più inadatti a gestire il potere, le cui redini finiscono per essere assunte dai “maestri di palazzo”, figure a cui è demandata la gestione dell’amministrazione dei vari regni.

Particolare rilievo in questo contesto finisce per assunto dalla famiglia dei Pipinidi, in particolare a partire dalla figura di Pepino di Herstal. Questi nel 680 circa assume la carica di maestro di palazzo dell’Austrasia, uno dei territori in cui è diviso il regno franco insieme a Neustria e Burgundia. A partire da questa posizione, Pipino conduce una serie di scontri che lo portano a ricreare un’unità del regno franco, assumendo la carica di maestro di palazzo di tutti i territori franchi.
Suo successore è Carlo Martello, che nel 732 guida l’esercito franco a sconfiggere gli arabi che stanno cercando di sconfinare in Gallia dalla Spagna, nella battaglia di Poitiers. Questa vittoria contribuisce a rafforzare il ruolo dei franchi e soprattutto la loro alleanza con la Chiesa cattolica, ma spinge anche Carlo a una ulteriore espansione del regno franco, sia verso est – verso territori dell’attuale Germania – che verso ovest, verso l’Aquitania.

La situazione a questo punto diventa paradossale: i Pipinidi detengono il potere reale nel regno dei franchi, ma la corona rimane nelle mani dei Merovingi. Questa contraddizione di fondo venne risolta dal figlio di Carlo Martello, Pipino il Breve che nel 751 si autoproclama re.
La legittimazione definitiva gli viene però da papa Stefano II. Questi è infatti alla ricerca di un potente alleato militare per contrastare i Longobardi e lo trova proprio in Pipino. Nel 754 l’alleanza fra il papa e Pipino viene sancita definitivamente. Papa Stefano si reca in Francia e incorona Pipino tramite il rito dell’unzione dell’olio santo, di tradizione ebraica, che simboleggia l’alleanza con Dio. In cambio, fra il 755 e il 756 Pipino guida due spedizioni contro il re longobardo Astolfo, strappandogli due province ex bizantine in Romagna: l’esarcato di Ravenna e la Pentapoli. Per rinsaldare l’alleanza col papa Pipino poi cede al pontefice questi stessi territori, ampliando il nucleo già esistente dello Stato della Chiesa.

La definitiva liquidazione dei longobardi giunge poi con il figlio di Pipino, Carlo Magno. Questi diventa re nel 771 e da lì a poco guida le sue truppe in Italia, contro i Longobardi, con l’appoggio di papa Adriano. Nel 774 Carlo sconfigge definitivamente i Longobardi e assume la corona di quello che viene ribattezzato regno d’Italia, nel nord della penisola.
A partire da quel momento Carlo è continuamente impegnato in guerre di conquista e guerre per sedare rivolte ai confini del regno. Al termine di queste i Franchi, guidati da Carlo, finiscono per espandersi a est e a ovest, controllando in maniera diretta o indiretta la Sassonia, la Baviera, l’Austria, la Boemia, e la regione dei Pirenei, la cosiddetta Marca spagnola.

Il coronamento di questa attività di conquista è l’incoronazione di Carlo a imperatore dei Romani, avvenuta nella notte di Natale dell’anno 800 a Roma, con cui inizia la storia del Sacro Impero Romano.