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  1. IL DOMINIO OTTOMANO
  2. DAGLI OTTOMANI AI BRITANNICI
  3. L’INDIPENDENZA DI CIPRO
  4. LA SITUAZIONE ODIERNA

IL DOMINIO OTTOMANO

È la terza isola più grande del Mediterraneo, al largo delle coste turche. Crocevia fondamentale nelle rotte del Mediterraneo Orientale è un’isola che è sempre stata contesa dalle potenze marittime. Oggi, Cipro rappresenta allo stesso tempo la frontiera più a Sud e più a Oriente dell’Unione Europea. La sua è però una storia complessa, a partire dal fatto che in realtà l’isola è divisa in due stati, uno dei quali è riconosciuto solo dalla Turchia a livello mondiale.

Come si è arrivati a questa situazione?

Per capirlo dobbiamo fare un salto indietro di qualche secolo. Nel 1489 l’Isola viene annessa da Venezia, un tassello fondamentale per rafforzare la sua potenza marittima.

Per la sua posizione attira però presto le mire dei Turchi Ottomani, che nel XVI secolo si rendono protagonisti di una grande espansione. I Turchi conquistano l’Isola nel 1570: la loro vittoria su Venezia è il segno della loro capacità di esercitare ormai un pieno dominio sul Mediterraneo Orientale.


DAGLI OTTOMANI AI BRITANNICI

Cipro rimane per secoli turca, ma nel Diciannovesimo secolo l’impero ottomano inizia ad attraversare una lunga fase di crisi.

Nel 1878 gli Ottomani cedono Cipro in prestito alla Gran Bretagna, per assicurarsi l’appoggio inglese nel conflitto che li vede contrapposti con i russi.

Il XIX secolo è il secolo della grande affermazione dell’impero britannico, e Cipro garantisce agli inglesi di costruire un altro tassello della loro potenza marittima.

Allo scoppio della Grande Guerra, Gran Bretagna e Ottomani si trovano su fronti contrapposti. Gli inglesi vincono la guerra, gli Ottomani la perdono e il loro impero si sfalda. Approfittando della dissoluzione dell’impero turco, nel 1925 gli inglesi si annettono Cipro in via definitiva, facendone una colonia.

Per trent’anni la Gran Bretagna mantiene un controllo relativamente pacifico dell’isola, ma negli anni Cinquanta le cose cambiano. La popolazione greca dell’isola, che rappresenta l’80% della popolazione totale contro il 20% dei turchi musulmani, inizia a lottare per l’indipendenza, dando vita nel 1954 all’Organizzazione nazionale dei combattenti ciprioti, sostenuta da Atene.


L’INDIPENDENZA DI CIPRO

Attentati e rivolte surriscaldano il clima. Gli inglesi, che ormai da dieci anni stanno facendo i conti con l’inesorabile smantellamento dell’impero, avviano delle trattative che portano nel 1960 all’indipendenza dell’Isola.

L’indipendenza non porta però la pace: già dal 1963 scoppiano gli scontri fra la popolazione di origine greca e quella di origine turca, spingendo l’Onu a intervenire con i caschi blu.

Nel 1964 interviene direttamente nel conflitto il presidente turco İsmet İnönü con un raid aereo. L’intervento turco viene però immediatamente arrestato dal presidente americano, Lyndon Johnson, che minaccia la Turchia prospettando l’espulsione dalla Nato.

La situazione sembra a questo punto calmarsi, ma le cose precipitano di nuovo nel 1967, quando in Grecia un colpo di stato porta alla formazione del regime dei colonnelli che chiede a gran voce l’unificazione dell’Isola con la Grecia.

Di nuovo Ankara e Atene sembrano sull’orlo della guerra, ma ancora una volta il conflitto viene evitato.

Nel 1974, però, ancora una drammatica svolta. Un gruppo di militari ciprioti, legati al regime dei colonnelli, compie un colpo di Stato sull’Isola. A questo punto sono i turchi a intervenire militarmente sbarcando sull’Isola e arrivando a occuparne il 40%. In questa situazione di conflitto non mancano episodi di epurazione etnica da una parte e dall’altra.

Alla fine, nel 1983 viene proclamata la Repubblica turca di Cipro Nord. Uno stato indipendente nell’apparenza, ma a tutti gli effetti agli ordini di Ankara.


LA SITUAZIONE ODIERNA

Dal 1983 l’Isola è divisa. Da un lato la Repubblica di Cipro, con capitale Nicosia, uno Stato membro dal 2004 dell’Unione Europea. Dall’altro la Repubblica di Cipro Nord, uno stato riconosciuto solo dalla Turchia e che per questo rappresenta ancora oggi uno dei motivi che ostacolano qualunque processo di entrata di Ankara nell’Unione Europea.


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