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  1. URBANO II
  2. LA CROCIATA DEI POVERI
  3. LE CROCIATE
  4. LE CAUSE
  5. L’IDEALE DELLA CROCIATA
  6. I CROCIATI E GLI ORDINI MONASTICO-CAVALLERESCHI: COMBATTERE LA GUERRA SANTA
  7. PER APPROFONDIRE: VIDEO DIDATTICI
  8. CONTINUA A NAVIGARE

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URBANO II

Nel 1095, mentre la lotta per le investiture è in pieno svolgimento, il papa Urbano II lancia un appello nel corso del Concilio di Clermont-Ferrand. Urbano si rivolge ai cristiani, coinvolte in guerre interne fratricide, a porre termine a questi scontri e a recarsi in pellegrinaggio in Terra Santa per espiare i propri peccati ed eventualmente soccorrere con le armi i cristiani bizantini, minacciati dagli “infedeli”.

L’appello di Urbano si aggiunge a voci che negli anni precedenti si fanno sempre più insistenti sul fatto che i pellegrini che tradizionalmente si dirigono verso Gerusalemme siano oggetto di violenze feroci da parte musulmana, a causa delle lotte interne al mondo islamico stesso, che vede contrapporsi Turchi Selgiuchidi e Fatimiti sciiti per il controllo dell’area.

Queste notizie sono perlopiù false, ma unite all’appello di Urbano II creano il clima adatto all’inizio dell’epoca delle crociate con cui, in senso stretto, intendiamo una serie di spedizioni che hanno come obiettivo quello della conquista cristiana della Terra Santa.


LA CROCIATA DEI POVERI

In un clima di entusiasmo e fanatismo, una prima spontanea spedizione viene organizzata nel 1096 dal predicatore Pietro l’Eremita che riesce a mobilitare masse di poveri e indigenti, spinte a marciare verso Est con la promessa di conquistare ricchezze. Questa sorta di crociata passerà alla storia come la “crociata degli straccioni”.

Queste masse nell’Europa occidentale, muovendosi via terra verso Gerusalemme, si rendono protagonisti di saccheggi e razzie, soprattutto ai danni delle comunità ebraiche dell’Est Europa, dando così vita ad una prima piena manifestazione dell’antisemitismo. Nella spinta fanatica, gli ebrei vengono infatti associati, come i musulmani, a nemici della cristianità.

A fermare questa massa di diseredati è fra gli altri il re d’Ungheria, preoccupato dalle violenze di cui questi fantomatici crociati si stanno rendendo protagonisti. Quei gruppi che invece arriveranno nel territorio musulmano, nonostante l’opposizione dell’imperatore bizantino, sono eliminati definitivamente eliminati dagli islamici.


LE CROCIATE

La I Crociata

Terminata questa esperienza, la prima vera e propria crociata parte dall’Europa alla fine del 1096. La partecipazione è enorme, con larga partecipazione soprattutto dell’aristocrazia francese e normanna, chiamate a raccolta da un’intensa opera di propaganda del papa.

Sul piano militare la crociata non ha un vero capo ma, sfruttando la crisi dei Turchi Selgiuchidi, riesce comunque nel 1099 a portare al termine la conquista di Gerusalemme e dell’intera fascia costiera mediterranea.

Questo intero territorio viene organizzato secondo il sistema feudale: sorgono principati e contee dipendenti da un nuovo regno, il regno di Gerusalemme, affidato ad uno dei capi della crociata, il nobile Goffredo di Buglione. Sorgono così una serie di stati crociati, che diventano centri commerciali fondamentali per città marinare come Venezia, Genova e Pisa.

La II e la III Crociata

Negli anni successivi la minaccia islamica nei confronti di questi stati crociati si fa sempre più pressante. Nel 1144 i Turchi Selgiuchidi riconquistano la contea di Edessa, il più settentrionale degli stati crociati, il che dà avvio nel 1146 all’organizzazione di una seconda crociata. L’iniziativa della mobilitazione è affidata principalmente al monaco cistercense Bernardo di Chiaravalle.

Nonostante l’ampia partecipazione, che vede in prima fila l’imperatore Corrado III, la crociata si risolve in un fallimento (1149).

La tenuta degli stati crociati si fa così sempre più precaria, e l’ascesa al sultanato di Egitto di Saladino produce una nuova mobilitazione contro le posizioni cristiane.

Nel 1187 le truppe di Saladino riconquistano Gerusalemme. L’ondata di sdegno produce una nuova vasta mobilitazione cristiana e viene organizzata la terza crociata (1189-1192). Questa è anche detta la “crociata dei re” perché, a differenza delle esperienze precedenti, vede la partecipazione diretta delle maggiori personalità dell’epoca come l’imperatore Federico I Barbarossa, il re francese Filippo Augusto e il re inglese Riccardo detto Cuor di Leone.

Nonostante l’ampio numero di crociati, la mancanza di una direzione unitaria si fa nuovamente sentire, unita a dissensi interni ai cristiani stessi. Non solo fallisce l’obiettivo della riconquista di Gerusalemme, ma l’intero regno viene perso, con l’eccezione della città di Giovanni d’Acri.

Le altre crociate

Negli anni successivi le spedizioni verso la Terrasanta vengono vissute con uno spirito molto differente dalle prime tre crociate.

Nel 1202 parte la quarta crociata che però ha un esito clamoroso. Sotto la spinta dei veneziani, principali finanziatori della spedizione, i crociati si dirigono verso Costantinopoli e la conquistano nel 1204, insediandovi l’impero Latino d’Oriente, un regno che avrà vita fino al 1261, quando i bizantini riusciranno a riprendere la città.

Nel 1217 viene lanciata la quinta crociata ma in questo caso aderiscono solo personalità di secondo piano e la mobilitazione è più debole, partono poco più di ventimila crociati. La spedizione si chiude con un fallimento nel 1221.

La sesta crociata viene organizzata nel 1228 dall’imperatore Federico II, dopo una serie di ritardi e solo dopo essere incorso nella scomunica papale. Federico II però, sostenitore di un dialogo col mondo musulmano, invece di combattere trova un accordo col sultano d’Egitto, grazie al quale Gerusalemme viene ceduta a titolo temporaneo ai cristiani. L’accordo viene accettato con riluttanza dal papa, scandalizzato dal comportamento dell’imperatore. Nel 1240 Gerusalemme viene poi riconquistata dagli Arabi.

Le ultime due crociate vengono infine lanciate nel 1248 e nel 1270, dal re francese Luigi IX. Luigi vive in maniera profonda l’ideale della crociata, ma le forze di cui si pone a capo sono insufficienti. Entrambe le spedizioni si pongono come obiettivo quello di colpire le forze islamiche in Egitto, ma si risolvono in una sconfitta. L’unico esito di queste crociate è assicurare agli stati crociati sopravvissuti alla riconquista islamica alcuni anni di stabilità, prima del loro crollo definitivo segnato dalla caduta di San Giovanni d’Acri nel 1291. Con essa la stagione delle crociate termina con un definitivo fallimento.


LE CAUSE

Dopo aver passato in rapida rassegna le varie crociate possiamo ragionare meglio sulle cause.

L’origine delle crociate, come abbiamo visto, è l’appello di Urbano II nel concilio di Clermont-Ferrand. Occorre però stare attenti: l’appello di Urbano II nasce come generico appello al pellegrinaggio, non una vera e propria chiamata alle armi, che si avrà solo successivamente.

Il suo richiamo si inserisce infatti in un contesto particolare, per cui le sue parole producono conseguenze maggiori rispetto alle intenzioni iniziali.

In primo luogo siamo in un clima di intensa religiosità e pratiche come il pellegrinaggio si stanno diffondendo in maniera sempre più ampia. Soprattutto i pellegrinaggi in territori controllati dai musulmani, come Santiago de Compostela in Spagna e Gerusalemme in Terrasanta, vengono vissuti con particolare partecipazione, per la loro valenza.

In secondo luogo la società europea dell’XI è in forte espansione, sia a livello demografico che commerciale. I mercanti sono in cerca di nuove rotte commerciali, i cadetti delle famiglie aristocratiche – esclusi dalle eredità paterne – sono spinti dalla volontà di conquistare possedimenti personali, le masse popolari cercano occasioni di riscatto e arricchimento.

È dunque questo clima, in cui ideali religiosi si uniscono a motivazioni economiche e politiche, che trasforma l’appello di Urbano in un richiamo alla crociata, la quale torna utile al papa stesso, che attraverso essa può rimarcare il suo primato, in un momento cruciale per la storia del papato, in lotta con l’imperatore da un lato per la questione delle investiture, e con la Chiesa Bizantina dall’altro, con lo Scisma d’Oriente che si è appena consumato.


L’IDEALE DELLA CROCIATA

Ogni crociata ha una storia a sé e solo col passare del tempo sono state considerate nel loro complesso come un fenomeno unitario. Questo salto di qualità si è avuto a partire dal Duecento con papa Innocenzo III.
Innocenzo III è uno dei papi più impegnati a diffondere l’ideologia teocratica nel Medioevo e a lui si deve la piena definizione dell’ideale della crociata, intesa come chiamata alle armi per combattere i nemici della cristianità. Questo strumento viene percepito da Innocenzo III come particolarmente potente per compattare la cristianità sotto la sua guida e, non a caso, nel suo pontificato il concetto di crociata viene non solo definito, ma anche esteso ed applicato fuori dai suoi luoghi di origine.
Con Innocenzo viene infatti bandita una crociata (nel 1209) contro i catari, un gruppo di eretici insediati ad Albi, nel Sud della Francia. E sempre con lui assume i toni della crociata anche la reconquista, ovvero la lotta dei regni cristiani per strappare la penisola iberica al controllo musulmano. In questo clima matura infatti la battaglia di Las Navas de Tolosa (1212) in cui la vittoria cristiana – che darà una potente accelerazione alla reconquista – è favorita dal sostegno di cavalieri provenienti da tutto il mondo cristiano.


I CROCIATI E GLI ORDINI MONASTICO-CAVALLERESCHI: COMBATTERE LA GUERRA SANTA

Il termine crociata deriva dall’abitudine dei pellegrini armati di indossare una croce cucita sulle proprie vesti, abitudine che si ha sin dalla prima crociata, quando Urbano invita II invita a utilizzare questo segno.

In generale, chi parte per la crociata gode di uno status particolare garantito dalla Chiesa. Ai crociati la Chiesa garantisce infatti sia l’indulgenza, ovvero la remissione dei peccati, sia l’inviolabilità dei suoi beni durante la spedizione.

Un tema molto delicato che si collega alla figura del crociato è quello della violenza. Nell’invocare un pellegrinaggio armato, il papato sostiene implicitamente la legittimità dell’uccisione. Per questo motivo la Chiesa si trova a dover giustificare come santa la guerra contro gli infedeli, spiegando che il peccato dell’omicidio è lavato dalla santità della causa.

Significativo è quanto sostiene un personaggio che abbiamo già incontrato, Bernardo di Chiaravalle, che è fra coloro che più si spendono per giustificare ideologicamente la guerra santa. Sostiene infatti Bernardo: “Non si dovrebbero uccidere neppure gli infedeli se in qualche altro modo si potesse impedire la loro eccessiva molestia e l’oppressione dei fedeli. Ma nella situazione attuale è meglio che essi vengano uccisi, piuttosto che lasciare senza scampo la verga dei peccatori sospesa sulla sorte dei giusti”.

Questa giustificazione si fa particolarmente rilevante con la nascita degli ordini monastico-cavallereschi.

In seguito alla prima crociata e alla nascita del regno di Gerusalemme si pone infatti il problema di garantire la difesa di questi territori, anche perché molti crociati, dopo la conquista, ritornano a casa. Nascono così ordini religiosi di tipo nuovo, in quanto questi monaci sono allo stesso tempo guerrieri. La loro missione è infatti assicurare una presenza militare stabile, facendolo però in un nome di uno spirito religioso.

Il maggior teorico di questi nuovi ordini è di nuovo il cistercense Bernardo di Chiaravalle, il quale è fondamentale nella creazione dell’ordine dei Cavalieri del Tempio (i Templari), sorto nel 1120. Questi ordini da un lato vivono seguendo dettami monastici tipici, come il voto di castità e la piena fedeltà al papa, dall’altro caratterizzano la loro missione come assistenza militare ai pellegrini contro gli infedeli.

Nel giro di poco tempo questi ordini si moltiplicano e finiranno per acquisire in realtà molto potere in Europa. I Templari, ad esempio, acquistano terre e beni in Francia, mentre i Cavalieri Teutonici finiranno per impegnarsi nella cristianizzazione dei pagani slavi e creeranno un vero e proprio stato feudale nell’area tedesca. Un altro importante ordine, il primo a essere istituito, è quello degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, poi insediatosi a Malta da cui la denominazione di Cavalieri di Malta.


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