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Se potessimo tornare indietro nel tempo e andassimo a mangiare in un banchetto medievale, che cosa troveremmo?

Innanzitutto, ma questo è molto noto, non troveremmo alcuni degli alimenti che fanno parte della nostra dieta abituale, come patate, mais e pomodori, che arriveranno in Europa solo dopo la scoperta dell’America.

Poi troveremmo piatti molto più complessi di quelli che abitualmente prepariamo. Una regola base della cucina medievale (e che già apparteneva alla cultura romana) è che la preparazione dei cibi deve mettere insieme tutti gli elementi nutrizionali, arrivando a creare un equilibrio fra sapori molto diversi fra di loro. Il vero artista in cucina era colui che creava piatti combinando artificialmente i sapori arrivando a metterne insieme il più possibile. Solo fra il XVII e il XVIII secolo è cambiato questo approccio e nella cucina europea si è passati ad un approccio “analitico”, ovvero distinguendo i sapori senza combinarli in un’unica pietanza. Certamente questo non vuol dire che la cucina “sintetica”, ovvero combinatoria, sia sparita, basti pensare ai piatti in agrodolce o ai dolci salati.

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Questa tendenza a sperimentare combinazioni la troviamo anche nelle tecniche di cottura. Per creare sapori particolari, nel Medioevo si tendeva infatti a preparare i piatti combinando più tipologie di cottura, magari lessando, friggendo e arrostendo la stessa pietanza.

Altra regola della cucina medievale, che ci potrebbe un po’ stupire, è che nel Medioevo si tendevano a preferire salse magre per accompagnare carni o pesci. Si trattava di salse composte da spezie, ingredienti acidi (come vino o agrumi) e ispessite da altri elementi come frutta secca o pane. Solo dal XVIII secolo compaiono salse grasse a cui siamo molto più abituati, come la maionese o la besciamella.

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Spostiamoci poi a tavola: cosa cambia rispetto all’età contemporanea? Sicuramente nel Medioevo si mangiava con strumenti diversi dai nostri, ovvero…le mani. Solo in casi di necessità si ricorreva al cucchiaio, ad esempio con le zuppe, e solo con estrema fatica si andrà ad imporre l’utilizzo della forchetta. Fra le prime aree ad introdurre in maniera più regolare l’utilizzo della forchetta vi è proprio l’Italia, dove si impone come pietanza tipica, la pasta.

Oltre a non trovare le posate, in un banchetto medievale non troveremmo neanche l’alternanza dei piatti a cui siamo abituati, ovvero la scansione fra un antipasto, un primo, un secondo e via dicendo. I cibi venivano presentati contemporaneamente, in modo anche in questo caso di combinare fra di loro gusti differenti e secondo le preferenze personali. Questa abitudine non è ovviamente scomparsa, basti pensare agli odierni buffet. Quello che invece si è persa nel tempo è l’idea di distinguere i piatti in base all’importanza della persona servita. Lo status sociale all’interno di un banchetto emergeva proprio dal servire e i piatti qualitativamente e quantitativamente migliori alle persone più importanti.


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