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  1. I “tre grandi” a Jalta
  2. Gli impegni assunti a Jalta
  3. Conclusioni

I “tre grandi” a Jalta

Nel febbraio del 1945 si svolge una storica conferenza fra le forze Alleate che stanno combattendo contro il nazifascismo. La conferenza si svolge a Jalta, in Crimea, in quello che all’epoca era un territorio sovietico. Per la seconda volta si incontrano insieme i cosiddetti tre grandi, ovvero Franklin Roosevelt, Winston Churchill e Joseph Stalin, leader rispettivamente degli Stati Uniti, del Regno Unito e dell’Urss. I tre si erano incontrati per la prima volta insieme già nel dicembre 1943 nella conferenza di Teheran.

La conferenza di Jalta si svolge agli inizi del 1945, quando ormai l’andamento bellico in Europa è totalmente a favore delle forze alleate e si sta iniziando a stringere il cerchio sulla Germania. La conferenza ha come obiettivo quello di iniziare a delineare alcune questioni nel dopoguerra.

A Jalta si discute in particolare della situazione tedesca e di quella polacca.


Gli impegni assunti a Jalta

Per quanto riguarda la Germania si decide la futura divisione in quattro zone di occupazione del dopoguerra, in attesa di un formale trattato di pace che determini il futuro del paese. Queste zone sarebbero state assegnate a Stati Uniti, Inghilterra, Unione Sovietica e Francia. Viene poi stabilito che la Germania pagherà 22 miliardi di riparazioni belliche.

Per quanto riguarda la Polonia il primo problema riguarda quello dei confini, in quanto agli inizi della guerra l’Urss ha occupato le regioni orientali del paese e non vuole rinunciarvi. Questo problema alla fine non viene affrontato definitivamente a Jalta, mentre si decide che nel dopoguerra il paese sarà guidato da un governo di unità nazionale per traghettare la Polonia verso elezioni democratiche.

Lo stesso impegno per dare un governo democratico tramite libere elezioni viene assunto rispetto alla Bulgaria e alla Romania.

Infine a Jalta vengono trattate altre questioni come l’Onu e la guerra in Giappone.

Rispetto all’Onu, che nascerà da lì a poco nella conferenza tenuta a San Francisco, si stabilisce che al vertice verrà posto un consiglio di sicurezza in cui siederanno le potenze vincitrici della guerra.

Per quanto riguarda il Giappone, che sta ancora duramente combattendo per difendere la sua integrità territoriale, Stalin prende l’impegno di dichiarare guerra al paese nipponico entro tre mesi, sostenendo militarmente gli Alleati. Come è noto, l’Urss entrerà effettivamente in guerra ma da lì a poco gli Stati Uniti faranno esplodere sul Giappone due bombe atomiche costringendo i nipponici ad un’immediata resa.


Conclusioni

La conferenza di Jalta è l’ultima che vede la contemporanea presenza di Roosevelt, Churchill e Stalin, ovvero i tre maggiori protagonisti della guerra a Hitler e Mussolini. Roosevelt muore da lì a pochi mesi, mentre Churchill perde negli stessi giorni di Jalta le elezioni, per cui il governo passerà in mano al laburista Atlee.

La conferenza di Jalta ha provocato negli anni successivi un intenso dibattito storiografico, dal momento che alcuni hanno sostenuto che a Jalta si determina la futura guerra fredda, in quanto verrebbe lasciato il via libera alle forze sovietiche di occupare liberamente l’Europa Orientale.

Ad esempio, il giornalista italiano Indro Montanelli ha scritto che Roosevelt ha salvato l’Europa: “Ma lo aveva fatto per odio del nazismo, non per amore dell’Europa. Detestava il vecchio continente, Inghilterra compresa, non vedeva l’ora di ridimensionarlo a un ruolo di comprimario spogliandolo dei suoi possedimenti coloniali, ed era pronto a sacrificarlo – come fece – all’ingordigia di terre e di dominio del satrapo sovietico, per il quale stravedeva”.

Questa tesi è comunque contestata dalla maggioranza degli storici in quanto, come si è anche visto, a Jalta non viene stabilita nessuna spartizione dell’Europa in zone di influenza. Anzi, come hanno sottolineato in molti, è stata proprio la mancata applicazione degli accordi di Jalta, a causa della sfiducia reciproca che si instaura nel dopoguerra fra gli Alleati, a determinare le condizioni della guerra fredda.

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