il diritto cosmopolitico deve essere limitato alle condizioni dell’ospitalità universale
Per la pace perpetua
Nel 1795 Kant scrive un brevissimo testo in cui spiega come si possano creare le condizioni per raggiungere una pace universale ed eterna. Questa riflessione è il passaggio conclusivo di due passaggi precedenti: la riflessione sulla natura dello Stato e la visione complessiva della storia.
Qual è la concezione dello Stato in Kant?
Kant è un contrattualista come lo erano stati prima di lui filosofi come Hobbes o Locke. Questo vuol dire che secondo lui lo stato nasce per un accordo fra gli individui i quali, se non vivessero in una società dotata di leggi, vivrebbero in uno stato di natura determinato dal conflitto costante.
Che idea ha Kant dello stato?
Kant è un liberale, ovvero crede che lo stato deve limitarsi a creare le condizioni possibili per lo sviluppo della libertà del singolo individuo, attraverso la legge, quindi deve essere uno stato fondato sul diritto. Per Kant lo stato non deve avere altri compiti: non deve occuparsi della vita religiosa dei suoi cittadini, non deve controllare l’economia, non deve indicare quali comportamenti etici da tenere, non deve indicare al singolo individuo in cosa consiste la felicità.
In cosa consiste la libertà individuale?
La libertà è secondo Kant un diritto naturale che è determinato dalla natura razionale stessa dell’uomo. Lo stato deve quindi sempre rispettare questo diritto secondo il principio per cui: “L’insieme delle condizioni per mezzo delle quali l’arbitrio di uno può accordarsi con l’arbitrio di un altro secondo una legge universale della libertà”.
E in cosa consiste invece la filosofia della storia di Kant?
Se lo stato deve creare le condizioni per la libertà del singolo individuo, l’obiettivo dell’umanità in quanto tale, in quanto specie dotata di ragione, è produrre la libertà collettiva. La storia deve quindi essere una storia di progresso in cui l’uomo, tramite i propri sforzi, si libera di tutti gli ostacoli alla libertà, quegli ostacoli determinati dall’ignoranza, dal dispotismo e dalla superstizione e che determinano lo sviluppo di regimi dispotici, intolleranti e illiberali.
In cosa consiste la libertà collettiva?
Nella pace fra i popoli. L’eliminazione della guerra deve essere la grande conquista del progresso razionale della storia. La guerra è un fatto normale fra gli stati, perché fra questi vige uno stato di natura simile a quello fra gli individui prima della creazione dello stato: occorre dunque creare le condizioni per uscire da questo stato di conflitto anche fra gli stati stessi. Questo è per Kant un dovere morale che gli stati si devono assumere.
Come si realizza l’abolizione della guerra?
Kant descrive questa possibilità nella Pace perpetua, un libricino scritto sotto forma di trattato internazionale. Questo è suddiviso in due parti: sei articoli preliminari – che descrivono le condizioni che si devono creare prima di un accordo effettivo di pace – e tre articoli definitivi – che descrivono le modalità con cui l’accordo può prendere vita.
Cosa dicono i sei articoli preliminari?
Il primo articolo prevede che i trattati di pace vanno sottoscritti senza l’intenzione di violarli.
Il secondo che occorre superare la concezione patrimoniale dello stato, ovvero l’idea che lo stato appartenga al sovrano come fosse una sua proprietà.
Il terzo sostiene la necessità abolire gli eserciti permanenti.
Il quarto che non bisogna creare debiti per preparare future guerre.
Il quinto riguarda l’autodeterminazione dei popoli, ovvero l’idea che le nazioni debbano essere libere e sovrane.
Il sesto sostiene che occorre evitare atti così gravi da precludere il percorso verso la pace.
Cosa dicono i tre articoli definitivi?
La prima condizione per la pace è che gli stati abbiano una forma repubblicana. In una repubblica, a differenza della monarchia, secondo Kant è più difficile che ci sia il consenso necessario a muovere una guerra.
Il secondo articolo, che è il cuore della Pace perpetua, prevede la libera creazione di una federazione di stati.
Il terzo articolo ha un sapore cosmopolita: Kant sostiene che la prassi comune deve essere quella di accogliere gli stranieri sul proprio territorio come ospiti e non come nemici.
In conclusione…
Kant si pone come obiettivo quello della creazione di un grande organismo giuridico internazionale che rappresenti anche per gli Stati l’uscita dallo stato di natura. La soluzione di Kant è dunque giuridica: la guerra può essere abolita tramite la legge che pone vincoli e divieti all’azione dei singoli Stati.