All’alba del 1096, qualcosa di sorprendente e inatteso iniziò a muoversi nelle campagne e nelle città d’Europa. Non erano cavalieri, non erano nobili, non erano eserciti organizzati. Erano contadini, artigiani, servi, mendicanti, pellegrini, donne, anziani, intere famiglie con bambini al seguito. Questa massa eterogenea di persone avrebbe dato vita a uno degli episodi più affascinanti e drammatici della storia medievale: la Crociata dei Pezzenti, conosciuta anche come Crociata dei Poveri.

UN ENTUSIASMO INCONTENIBILE

Nel 1095 papa Urbano II, al concilio di Clermont, aveva richiesto ai cristiani d’Europa di liberare Gerusalemme dal dominio musulmano, promettendo la remissione dei peccati a chi avesse partecipato all’impresa.

Questo appello non rimase confinato nelle corti e nei castelli dei nobili: si diffuse rapidamente tra le classi popolari, raggiungendo persone che non avevano mai visto un campo di battaglia, che non possedevano un cavallo, né un’armatura, e talvolta neppure un’arma.

Per molti di loro, la crociata divenne una promessa di:

  • salvezza spirituale,
  • riscatto sociale,
  • avventura,
  • speranza in una vita diversa dalla povertà quotidiana.

E fu così che nacque un movimento spontaneo, incontrollato, persino caotico.

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I PROTAGONISTI

La figura centrale di tutto il movimento fu Pietro l’Eremita, un monaco errante proveniente dalla zona di Amiens, in Francia.
Uomo magro, vestito di stracci, dall’aspetto quasi profetico, Pietro percorse villaggi e città predicando l’urgenza di partire per la Terrasanta.

Molti lo descrivono come trascinante, capace di commuovere folle intere. Per i poveri, Pietro non era solo un predicatore: era una guida, un punto di riferimento, quasi un messaggero di Dio.

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Accanto a lui agì Gualtieri Senzaterra (Gautier Sans-Avoir), un piccolo nobile privo di grandi mezzi ma dotato di un certo prestigio militare.
Gualtieri prese il comando di parte dei gruppi più irrequieti, cercando di dare una parvenza di ordine a masse che in realtà non erano addestrate né attrezzate per una spedizione militare.

Ma l’accoppiata Pietro–Gualtieri, pur unendo carisma e coraggio, non era sufficiente a trasformare una folla di pellegrini in un esercito.

Il viaggio verso l’impero bizantino

La Crociata dei Pezzenti partì mesi prima dell’esercito nobiliare della Prima Crociata.
Era fatta di migliaia e migliaia di persone che si muovevano senza una vera strategia, senza rifornimenti, senza mappe, spesso senza denaro.

Le conseguenze furono immediate:

  • le scorte finite costrinsero alle razzie;
  • la disciplina era completamente assente;
  • la convivenza fra gruppi diversi portava a tensioni continue.

Molte città semplicemente non riuscivano a sostenere un flusso così massiccio di persone affamate.

i pogrom contro gli ebrei

Lungo il Reno si verificò uno degli aspetti più oscuri della Crociata dei Pezzenti.
In preda al fanatismo religioso, gruppi di crociati popolari attaccarono comunità ebraiche a Worms, Magonza e Spira, accusandole di essere “nemiche della fede cristiana”.

Si trattò di violenze brutali, che la storiografia moderna riconosce come uno dei primi episodi di antisemitismo collettivo e organizzato nell’Europa medievale.

l’arrivo a costantinopoli

Quando questi gruppi giunsero nell’Impero bizantino, l’imperatore Alessio I Comneno rimase sconcertato:non erano soldati, non seguivano ordini, creavano disordini e saccheggiavano le campagne.
Il loro comportamento rischiava di trascinare Costantinopoli in conflitto con i Turchi Selgiuchidi. Alessio decise quindi di traghettarli il più in fretta possibile dall’altra parte del Bosforo, per “liberarsene” e proteggerli da se stessi.
Ma questa scelta li portò direttamente in territorio nemico.
Lungo il Reno si verificò uno degli aspetti più oscuri della Crociata dei Pezzenti.
In preda al fanatismo religioso, gruppi di crociati popolari attaccarono comunità ebraiche a Worms, Magonza e Spira, accusandole di essere “nemiche della fede cristiana”.

l’epilogo in anatolia

Una volta giunti in Asia Minore, i crociati popolari non erano preparati ad affrontare un vero esercito.
Senza armature, senza armi efficaci, senza un comando unico, avanzarono in piccoli gruppi disordinati.

I Selgiuchidi, guidati dal generale Kilij Arslan, li colpirono rapidamente e con facilità.

La battaglia finale avvenne a Civetot, nel 1096: fu un massacro.
La stragrande maggioranza dei partecipanti morì o venne catturata e resa schiava. Soltanto pochi superstiti riuscirono a salvarsi e a riunirsi poi alla Prima Crociata ufficiale.

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significato storico

🧭 Significato storico della Crociata dei Pezzenti

La Crociata dei Pezzenti non fu una vera operazione militare: fu un fenomeno sociale esplosivo.

Rappresentò:

  • il potere della religiosità popolare nel Medioevo,
  • la disperazione e il desiderio di cambiamento delle classi più povere,
  • la difficoltà di controllare movimenti spontanei di massa,
  • l’incontro drammatico tra fanatismo religioso e instabilità politica.

Fu un episodio destinato a lasciare un segno profondo nella storia delle Crociate, mostrando come l’appello papale del 1095 avesse acceso una fiamma ben più grande e imprevedibile di quanto Urbano II avesse immaginato.


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