Il 27 luglio 1214 si scontrano a Bouvines, sul territorio francese, gli eserciti del re di Francia e dell’imperatore. La battaglia determinerà il destino del regno di Francia, di quello inglese e dell’impero. Il monarca francese pone le basi per la nascita della monarchia nazionale; il re inglese deve concedere la Magna Charta; l’imperatore Ottone IV deve abdicare e al suo posto salirà al trono Federico II di Svevia
CONTENUTI
1. IL REGNO DI FRANCIA E IL REGNO D’INGHILTERRA: DUE DESTINI INTRECCIATI
Come abbiamo visto in un altro post, a cavallo fra X e XI secolo vengono poste le basi per la nascita delle monarchie feudali francese e inglese.
Il loro destino risulta subito intrecciato in quanto il re d’Inghilterra, erede del ducato di Normandia, è a sua volta vassallo del re di Francia.
La questione però si complica molto rapidamente in quanto questo vassallo diventa presto più potente dello stesso monarca francese. La situazione diventa paradossale durante il regno di Enrico II Plantageneto. Egli è re d’Inghilterra e allo stesso tempo, sommando i suoi possedimenti con quelli della moglie Eleonora d’Aquitania, diventa feudatario di circa due terzi dei territori francesi (vedi la cartina in fondo alla pagina). In sostanza risulta vassallo del re di Francia, ma molto più potente del monarca francese.
2. FILIPPO II DI FRANCIA
Nel 1180 diventa re di Francia Filippo II che avvia una lunga lotta per riconquistare alla corona i territori in mano al sovrano inglese. La parte saliente di questo scontro arriva quando il trono inglese è occupato da Giovanni Senza Terra (1199-1216).
Appena salito al trono Giovanni entra in conflitto con i baroni del suo regno, a causa della sua politica accentratrice e della crescente pressione fiscale. Questi stessi baroni danno l’occasione a Filippo di avviare la lotta contro Giovanni, appellandosi al suo intervento.
Nel 1202 Filippo convoca Giovanni come suo vassallo per prestargli giuramento: Giovanni si rifiuta e Filippo gli sottrae il ducato di Normandia.
Lo scontro finale fra i due arriva fra il 1213 e il 1214. Inizialmente Filippo II prepara un piano per invadere l’Inghilterra, ma la sua flotta viene distrutta da quella inglese a Demme.
In seguito è Giovanni stesso che sbarca in Francia nel 1214, ma viene sconfitto ripetutamente e costretto a ritornare in Inghilterra.
3. LA BATTAGLIA DI BOUVINES
L’ultimo atto dello scontro fra Francia e Inghilterra si consuma nella battaglia di Bouvines del luglio 1214.
Nonostante il rientro in emergenza in patria, Giovanni può contare ancora su due importanti alleati: l’imperatore Ottone IV (il quale è stato scomunicato dal papa e ha bisogno di sconfiggere i francesi che forniscono supporto militare al pontefice) e il conte delle Fiandre (un vassallo ribelle di Filippo).
Questi marciano insieme contro le truppe di Filippo cercando di prenderle di sorpresa. L’effetto però non riesce e il re di Francia trionfa nella battaglia di Bouvines.
In seguito alla battaglia, Giovanni è costretto ad un trattato di pace con Filippo, con cui la gran parte dei suoi possedimenti in Francia passa nelle mani del re francese, con l’eccezione della Guienna (vedere sempre cartina in fondo).
4. LE CONSEGUENZE DI BOUVINES
Le conseguenze di questa battaglia sono molteplici, con diverse ripercussioni internazionali:
1. Per la Francia di Filippo II è un trionfo: il re conquista una serie di feudi che entrano direttamente nei suoi possedimenti personali e pone così le basi dell’avvio del passaggio da una monarchia di tipo feudale a una di tipo nazionale
2. Giovanni Senza Terra deve fronteggiare una rivolta dei baroni e nel 1215, per conservare il potere, concede la Magna Charta Libertatum, un documento che sostiene tre principi in particolare che rappresenteranno in futuro il riferimento per la nascita della monarchia costituzionale:
-il divieto del monarca di tassare i sudditi senza il consenso ide nobili riuniti nel Consiglio generale del regno (in futuro: la Camera dei Lord, il primo – temporalmente – dei due rami del parlamento inglese)
-la libertà della Chiesa inglese, ovvero il divieto per il re di nominare i vertici della Chiesa nazionale
-il principio dell’habeas corpus ovvero della libertà personale dei sudditi “liberi” (ovvero non appartenenti a categorie come quelle dei servi, dei non proprietari, dei poveri, dei lavoratori salariati), i quali non potranno essere imprigionati senza una precedente condanna del tribunale
3. Ottone IV è costretto ad abdicare. Il suo successore sarà il suo rivale, Federico II di Svevia, destinato a rappresentare uno dei personaggi centrali della storia medievale e a dare vita ad un forte scontro col papato
APPROFONDIMENTI
CARTINA: I POSSEDIMENTI FRANCESI DI ENRICO II PLANTAGENETO

LA MAGNA CHARTA: PASSAGGI ESTRATTI
I Lords Spirituali e Temporali e i Comuni dichiarano:
Che il preteso potere di sospendere le leggi, o l’esecuzione delle leggi, per autorità regia, senza il consenso del Parlamento, è illegale.
Che il preteso potere di dispensare dalle leggi, o dall’esecuzione delle leggi, per autorità regia, come è stato affermato ed esercitato recentemente, è illegale.
Che l’ordine di costituzione delle recente Corte di Delegati per le Cause ecclesiastiche, e tutti gli altri ordini e corti di siffatta natura, sono illegali e perniciosi.
Che imporre tributi in favore o ad uso della Corone, per pretese prerogative, senza l’approvazione del Parlamento, per un periodo più lungo o in altra maniera che lo stesso Parlamento non ha e non avrà concesso, è illegale.
Che i sudditi hanno il diritto di petizione al Re ed ogni incriminazione o persecuzione per tali petizioni sono illegali.
Che riunire e mantenere nel Regno in tempo di pace un esercito stabile, se non vi è il consenso del Parlamento, è contro la legge.
Che i sudditi Protestanti possono tenere armi per la loro difesa adeguate alla loro condizione e permesse dalla legge.
Che l’elezione dei membri del Parlamento deve essere libera.
Che la libertà di parola e di discussione o di stampa in Parlamento non deve essere impedita o contestata in nessuna corte o luogo fuori del Parlamento.
Che non devono essere richieste eccessive cauzioni, né ammende eccessive, né inflitte pene crudeli e inusitate.
Che i giurati devono essere debitamente iscritti nelle liste e debitamente nominati, e che i giurati dei processi di alto tradimento devono essere liberi proprietari.
Che ogni consenso o promessa di pagamento di pene pecuniarie prima che il reo sia convinto è illegale e nulla.
E che, per far giustizia di ogni gravezza e per emendare, rafforzare e preservare le leggi, le riunioni del Parlamento devono essere tenute frequentemente.
CARTINA: LE CONQUISTE DI FILIPPO II
