Per comprendere la nascita e l’evoluzione di Hamas, dobbiamo immergerci nella complessa e tormentata storia della Palestina e del Medio Oriente. È una storia che attraversa guerre, rivoluzioni, trattative fallite e radicalizzazioni, un intreccio di eventi che si svolge su uno dei palcoscenici geopolitici più infuocati della storia contemporanea.
LA FRATELLANZA DI GAZA
Nel 1948, con la proclamazione dello Stato di Israele, scoppia un conflitto che vede contrapposti il neonato stato e una coalizione di paesi arabi. Il risultato è una guerra che si conclude con un nuovo assetto territoriale: Gaza passa sotto il controllo egiziano, la Cisgiordania sotto quello giordano. È qui, nella Striscia di Gaza, che iniziano a muovere i primi passi i Fratelli Musulmani, sotto la guida dello sceicco Ahmed Yassin. Non si tratta, all’epoca, di un’organizzazione militante, ma di un movimento religioso con forti connotati assistenziali e di propaganda.
LA GUERRA DEI SEI GIORNI
Nel 1967 scoppia un’altra guerra, destinata a cambiare ancora una volta gli equilibri regionali. Israele in sei giorni conquista territori di grande importanza strategica, tra cui Gaza e la Cisgiordania. Questi territori restano in un limbo giuridico: occupati, ma non annessi formalmente. Nel frattempo, Israele avvia la costruzione di insediamenti ebraici per consolidare la propria presenza.
Con l’occupazione israeliana, i Fratelli Musulmani trovano paradossalmente un margine di crescita: sono scomodi per l’Egitto laico di Nasser, ma gli israeliani li considerano un problema minore rispetto all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), il movimento a carattere laico e nazionalista che sta emergendo come principale oppositore dell’occupazione.
Negli anni ’70 la Fratellanza a Gaza si radica sempre più nel tessuto sociale, offrendo aiuto e servizi alla popolazione, in particolare ai più poveri. Se in Cisgiordania il movimento mantiene buoni rapporti con la monarchia giordana, a Gaza la Fratellanza assume toni più attivisti, preparandosi a giocare un ruolo sempre più politico.
La svolta militante: dalla Fratellanza a Hamas
Nel 1983 Ahmed Yassin viene arrestato da Israele, che comincia a vedere nella Fratellanza un movimento sempre più pericoloso. Nel frattempo, la guerra in Libano del 1982 ha portato all’espulsione dell’OLP dal paese, riducendone l’influenza sulla popolazione palestinese. Questo apre nuovi spazi per la Fratellanza, che nel 1987, con lo scoppio della prima Intifada, decide di compiere il grande salto: nasce Hamas, acronimo di “Movimento di Resistenza Islamico”. Nel 1988 viene pubblicato il suo manifesto programmatico, che non solo rifiuta il riconoscimento di Israele ma invoca la creazione di una repubblica islamica basata sul principio del jihad, proprio mentre l’OLP avvia un percorso di trattative con Israele.
Se inizialmente il jihad è inteso soprattutto come un impegno educativo e sociale, nel giro di pochi anni Hamas si dota di un’ala militare, le Brigate Ezzedin al-Qassam, e comincia a organizzare attentati e operazioni militari, a partire dal 1994. L’organizzazione si avvicina inoltre a Hezbollah e all’Iran, creando con esse un asse militare e ideologico.
Gli accordi di Oslo e il rifiuto di Hamas
Nel 1993 il primo ministro israeliano Rabin e Yasser Arafat firmano gli Accordi di Oslo, che aprono la strada alla creazione di uno Stato palestinese. Nasce l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), che ottiene un parziale controllo di Gaza e di parte della Cisgiordania. Hamas rifiuta gli accordi e viene perseguita dall’ANP guidata da Arafat e dal suo partito, al-Fatah.
Il processo che porta alla nascita dello Stato Palestinese entra però rapidamente in crisi.
Dopo il fallimento dei negoziati di Camp David nel 2000 e la vittoria della destra israeliana con Ariel Sharon, scoppia la seconda Intifada. Durante questo periodo Israele avvia una campagna di attacchi mirati, che culmina nel 2004 con l’uccisione di Ahmed Yassin. Paradossalmente, invece di indebolire Hamas, questo evento accresce il suo consenso.
L’ASCESA POLITICA DI HAMAS E LA GUERRA CIVILE PALESTINESE
Nel 2006 Hamas decide di partecipare alle elezioni legislative dell’ANP e ottiene una vittoria clamorosa con il 44% dei voti. Israele e i paesi occidentali rifiutano di riconoscere il governo guidato da Hamas e bloccano i finanziamenti all’ANP. La tensione tra Hamas e al-Fatah sfocia in una vera e propria guerra civile: nel 2007 Hamas prende il controllo totale della Striscia di Gaza, mentre al-Fatah mantiene il potere in Cisgiordania.
Da quel momento, Gaza resta isolata e soggetta a un blocco da parte di Israele e dell’Egitto. Il valico di Rafah diventa l’unica via d’uscita, spesso utilizzata per traffici illeciti.
GUERRE E TENSIONI CONTINUE
Nel dicembre 2008 Israele lancia l’operazione “Piombo Fuso” in risposta al lancio di razzi da Gaza. È la prima di una serie di operazioni militari che si susseguiranno negli anni successivi.
Nel frattempo, Hamas rafforza il suo arsenale grazie a rifornimenti dall’Iran e dalla Siria. L’isolamento di Gaza e il peggioramento delle condizioni di vita nella Striscia non fanno che aumentare il supporto per il movimento, che si presenta come l’unico difensore dei palestinesi contro Israele.
Il 7 ottobre 2023 Hamas lancia un attacco su larga scala contro Israele, che risponde con un’offensiva devastante su Gaza. L’operazione israeliana si trasforma in una distruzione senza precedenti della Striscia, causando decine di migliaia di vittime civili. L’obiettivo dichiarato è lo smantellamento definitivo di Hamas, ma il futuro del conflitto rimane incerto, anche perché l’offensiva di Israele è ancora in corso e si è estesa ben al di là di Gaza.
Un pensiero riguardo “LA STORIA DI HAMAS: DALLE ORIGINI AGLI ATTACCHI DELL’OTTOBRE 2023”