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  1. LA DIVISIONE FRA DESTRA E SINISTRA
  2. LE RIFORME DELLO STATO FRANCESE
  3. LA COSTITUZIONE DEL 1791
  4. LA ROTTURA DEL FRONTE RIVOLUZIONARIO
    1. LEGGI GLI ALTRI CAPITOLI DELLA STORIA

Dopo il rientro a Parigi, gli Stati Generali, ormai trasformati definitivamente in Assemblea Costituente, si dedicano principalmente a due attività:
-la scrittura della Costituzione
-la riforma legislativa dello Stato


LA DIVISIONE FRA DESTRA E SINISTRA



I deputati dell’Assemblea si dividono in due gruppi: la destra e la sinistra. È in questa occasione infatti che nasce la distinzione fra la sinistra, intesa come forza politica riformista, e la destra, intesa come forza politica conservatrice.

Della sinistra fanno parte i deputati dell’aristocrazia e della borghesia illuministe. La sinistra è guidata da un trio guidato dai nobili de Lameth, du Port e dall’avvocato Barnave, che sono i veri registi dei lavori dell’Assemblea.

A destra si schierano invece tutti coloro che sono più ostili alle riforme, sono più propensi a mantenere i maggiori poteri possibili nelle mani del re, e in generale si sono schierati contro i decreti sulla feudalità di agosto e hanno assistito con sgomento alla marcia del 5 ottobre.

Fra i due gruppi è la sinistra che riesce a prendere il controllo dell’Assemblea e ad avviare una serie di riforme che ridisegnano l’amministrazione del regno in maniera profonda, completando il passaggio dall’antico regime allo stato moderno.

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LE RIFORME DELLO STATO FRANCESE

Le riforme più significative sono:

  1. L’uniformazione delle leggi e del sistema amministrativo in tutto il regno, a favore di una modernizzazione amministrativa
  2. La laicizzazione dello Stato con l’introduzione di misure per la libertà religiosa, la concessione del diritto di cittadinanza agli ebrei, la soppressione degli ordini religiosi, l’introduzione del matrimonio civile e del divorzio. La misura più importante è la Costituzione civile del clero, con cui le gerarchie ecclesiastiche francesi vengono inserite all’interno dell’amministrazione del regno sottraendole al controllo del papato.
  3. Interventi economici ispirati alle dottrine liberiste a favore della modernizzazione economica: abolizione delle dogane interne a favore del libero mercato, abolizione delle corporazioni a favore della libertà di concorrenza, abolizione della compravendita delle cariche pubbliche
  4. Un insieme di interventi per garantire l’uguaglianza sancita dalla Dichiarazione dell’agosto 1789: l’abolizione della censura per garantire la libertà di pensiero, l’abolizione di qualunque privilegio giudiziario, fiscale e di accesso alle cariche dello stato
  5. La messa in vendita dei beni della Chiesa al fine di risanare il bilancio dello Stato. È da sottolineare però che questa operazione nell’arco di pochi anni genererà però speculazioni e un forte processo di inflazione che renderà la situazione economica ancora più precaria
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LA COSTITUZIONE DEL 1791

Questa attività è completata dalla approvazione della Costituzione nel settembre 1791 che trasforma la Francia in una monarchia parlamentare. I punti essenziali di questa Costituzione sono:

  1. La divisione dei poteri con la separazione fra potere esecutivo, giudiziario e legislativo
  2. Il suffragio maschile su base censitaria
  3. Il riconoscimento dei diritti civili come l’uguaglianza di fronte alla legge, la libertà di pensiero, di parola e di iniziativa economica

LA ROTTURA DEL FRONTE RIVOLUZIONARIO

Mentre i lavori dell’Assemblea vanno avanti e ci si avvicina all’approvazione della Costituzione cominciano ad emergere importanti problematiche. Due in particolare:

-la fine dell’unità delle forze rivoluzionarie moderate e radicali

-l’emergere di tendenze controrivoluzionarie

Vediamo tutto con ordine.


LA COSTITUZIONE CIVILE DEL CLERO

Una prima questione sorge intorno alla politica di laicizzazione e all’approvazione della Costituzione civile del clero. Il 10 marzo 1791 papa Pio VI si scaglia infatti contro la costituzione e il clero francese si divide in due, fra refrattari (=contrari alla Costituzione) e costituzionalisti (=favorevoli alla riforma). Questa divisione produce una rottura anche nella popolazione stessa, in quanto alcune aree rurali più tradizionaliste si oppongono alla laicizzazione e sostengono il clero refrattario.


LA FUGA DELLA FAMIGLIA REALE

Una seconda questione è legata all’emergere di sentimenti antimonarchici e al sospetto che la monarchia cospiri con le potenze straniere per rovesciare la rivoluzione. Il problema emerge già dal settembre 1789, quando molte famiglie nobili cominciano ad emigrare all’estero e a promuovere una propaganda controrivoluzionaria. Il punto di rottura arriva nel giugno 1791, quando la famiglia reale tenta una fuga all’estero ma viene intercettata. L’Assemblea si affretta a dichiarare il re innocente, vittima di una cospirazione, mentre i Cordiglieri promuovono una giornata per sottoscrivere una petizione antimonarchica, giudicando il re ormai inadeguato.


LA STRAGE DI CAMPO DI MARTE
La petizione viene organizzata per il 17 luglio nella piazza parigina di Campo di Marte e si risolve in tragedia, in quanto la Guardia Nazionale spara sulla folla. La strage di Campo di Marte pone fine all’alleanza fra radicali e moderati e in seguito ad essa si divide anche il club dei giacobini. I moderati di sentimenti monarchici, compresa la gran parte dei deputati, si riuniscono nel club dei Foglianti, il cui programma è conservare lo status quo raggiunto. A questo punto chi rimane nel club dei giacobini si sposta su posizioni più vicine ai cordiglieri. Fra loro vi è il deputato Robespierre.


LEGGI GLI ALTRI CAPITOLI DELLA STORIA

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