La Restaurazione e i moti del 1820-21 e del 1830

Premessa

Con la rivoluzione francese e la successiva età napoleonica si affermano novità che sconvolgono il quadro sociale e politico europeo.
Sul piano politico:
1) L’impero napoleonico ridisegna i confini europei e spodesta gran parte delle dinastie presenti sul continente
2) Si afferma l’ideale della nazione come principio base della sovranità e che la sovranità appartiene al popolo, non deriva dalla “grazia divina” e si esercita attraverso le costituzioni

Sul piano sociale:
1) Si abbatte il sistema dei privilegi dell’antico regime e si affermano principi come quello dell’uguaglianza di fronte alla legge
2) Si avviano riforme che favoriscono la libertà d’iniziativa economica e garantiscono il diritto della proprietà privata, contro un sistema economico ancora in gran parte feudale

Il concetto di Restaurazione

Finita l’età napoleonica si apre il periodo storico della cosiddetta Restaurazione, la cui fase più intensa si prolunga per circa un quindicennio.
Per Restaurazione si intende dunque l’arco di tempo che va dal 1815 al 1830, ovvero dal congresso di Vienna organizzato in seguito alla caduta di Napoleone ai moti rivoluzionari che si sviluppano in Europa nel 1830.

Il termine Restaurazione indica il il tentativo di:
1)restaurare l’ordine sociale e politico precedente agli sconvolgimenti della rivoluzione francese e dell’età napoleonica
2)impedire lo scoppio di nuove insurrezioni ispirate dagli ideali rivoluzionari
3) impedire il riaffermarsi di un’unica potenza in grado di dominare sul continente europeo sul modello napoleonico
In altri termini, la Restaurazione si presenta dunque come una sorta di tentativo di riportare l’Europa al periodo precedente al 1789, nel cosiddetto ancien regime e assicurare una stabilità fra le più grandi potenze.

Il cancelliere austriaco von Metternich

Il congresso di Vienna


L’inizio e il cuore della Restaurazione sono rappresentati dal Congresso che si svolge a Vienna fra il 1814 e il 1815, in seguito all’esilio di Napoleone all’isola d’Elba.
Protagonista principale degli accordi diplomatici raggiunti a Vienna è il cancelliere austriaco von Metternich.
Scopo del congresso è quello di ridisegnare la cartina politica europea dopo il crollo dell’impero napoleonico.
In questa operazione vengono seguiti due principi:
1) Il principio di equilibro = assicurare un equilibrio fra le grandi potenze
2) Il principio di legittimità = far rientrare sul trono le dinastie spodestate da Napoleone e fondare la loro legittimità sul principio del diritto divino al trono
Sul piano pratico la cartina europea viene ridisegnata nella seguente maniera:
-In Spagna viene rimessa al trono la dinastia borbonica
-La Francia perde tutte le conquiste dell’età napoleonica e viene riportata la dinastia borbonica al potere con Luigi XVIII
-Il Regno di Sardegna viene esteso con l’annessione della repubblica di Genova
-Sempre in Italia viene costituito il regno delle Due Sicilie, come unione del trono di Napoli e Sicilia. Il regno viene restituito alla dinastia dei Borbone
-viene costituito il Regno dei Paesi Bassi con l’unione fra Olanda , Belgio e Lussemburgo
-Viene confermata la soppressione del Sacro Impero Romano (già decisa da Napoleone nel 1806) e viene costituita la Confederazione Germanica, un insieme di circa 40 di stati autonomi sotto la presidenza della monarchia austriaca
-All’interno della Confederazione Germanica la Prussia aumenta notevolmente il suo peso territoriale
-L’Austria perde il Belgio, ma ottiene il controllo diretto del Lombardo-Veneto e indiretto di Parma, Lucca, Modena, Granducato di Toscana. In sostanza dunque l’Austria ottiene un forte controllo della penisola italiana
-Viene esteso l’impero russo con l’annessione di territori finlandesi, polacchi e della Bessarabia
-Il regno di Svezia ottiene il regno di Norvegia sotto la corona di Carlo XII
-La Gran Bretagna non ottiene vantaggi territoriali apparentemente significativi, ma in realtà assicurandosi alcune isole nel Mediterraneo, nei Caraibi e nell’Oceano Indiano, estende in maniera importante le basi del suo vasto impero fondato sul dominio dei mari

La cartina d’Europa nel 1815

La Santa Alleanza e la Quadruplice Alleanza

Al termine del congresso di Vienna viene costituita la Santa Alleanza, una coalizione composta dalla Russia, dall’Austria e dalla Prussia. A questa coalizione si aggiungeranno in seguito altri Paesi fra cui la Francia.
Scopo dell’Alleanza è intervenire militarmente in caso di necessità per sedare insurrezioni che mettano in pericolo l’equilibrio raggiunto a Vienna.
Il nome adottato è un manifesto ideologico del clima della Restaurazione. L’aggettivo “santa” rimanda infatti al concetto che il potere dei sovrani deriva dalla “grazia divina”. Lo scopo è proprio cancellare un concetto affermato dalla rivoluzione francese per cui la sovranità appartiene al popolo ed è espressa nella promulgazione di costituzioni. Non a caso alla Santa Alleanza non partecipa la Gran Bretagna, che è una monarchia costituzionale lontana dal modello dell’assolutismo che si vuole ripristinare in Europa.

Oltre alla Santa Alleanza viene creata nello stesso 1815 la Quadruplice Alleanza con la partecipazione di Regno Unito, Russia, Prussia e Austria. Scopo della Quadruplice è quello di dare vita a un sistema permanente di riunioni dove discutere i possibili problemi all’ordine uscito dal Congresso di Vienna.

L’opposizione alla Restaurazione

Il ripristino delle monarchie assolute e di gran parte dei principi politici e sociali tipici dell’antico regime si deve però scontrare contro una serie di moti che attraversano l’Europa. Questi moti sono ispirati dagli ideali nazionali e liberali che avevano caratterizzato il periodo precedente il congresso di Vienna e vedono come protagonisti in particolare la classe borghese che più si era avvantaggiata dalle riforme post-rivoluzionarie.
Dal momento che non è possibile organizzare un’opposizione aperta ai regimi della Restaurazione, questi gruppi di dissidenti si organizzano in società segrete, come ad esempio la carboneria in Italia. Questi gruppi si rendono protagonisti di scoppi insurrezionali.

I moti del 1820-21


Il primo momento più intenso è rappresentato dai moti del 1820-21.
L’origine dei moti è la Spagna dove in seguito al congresso di Vienna si è reinsediata la dinastia borbonica che ha immediatamente ripristinato un regime assolutista.
A partire dall’esempio spagnolo insorgono poi altre insurrezioni in Portogallo, nel Regno delle Due Sicilie e nel Regno di Sardegna.
Le rivendicazioni degli insorti sono accomunate dalla richiesta di costituzioni liberali che permettano il passaggio dalla monarchia assoluta alla monarchia costituzionale.
In una prima fase le aspirazioni dei rivoluzionari trovano uno sbocco positivo e vengono emanate costituzioni che riprendono come modello la costituzione di Cadice adottata dagli spagnoli nel 1812 in opposizione al regime napoleonico, una costituzione che ha come suoi principi:
-la sovranità popolare
-la divisione dei poteri
-la difesa della proprietà privata
A partire dal 1821 le insurrezioni vengono però represse con facilità dall’intervento delle forze della Santa Alleanza, sancendo il fallimento dei moti rivoluzionari.
L’eredità di questi moti non va comunque dispersa. Molti dei cosiddetti patrioti vengono infatti costretti all’esilio dall’opera di repressione, ma questo li porta a incontrarsi e andare a combattere per le proprie idee al di fuori dei propri Paesi d’origine, contribuendo alla diffusione delle loro idee liberali a livello internazionale.

L’indipendenza greca

Un caso diverso rispetto a quelli visti finora è quello rappresentato dalla Grecia, un territorio dell’impero ottomano che nel 1821 insorge rivendicando il principio dell’indipendenza nazionale. Accanto agli ideali liberali delle altre insurrezioni, si affianca un altro ideale erede della rivoluzione francese, quello della sovranità nazionale.
L’insurrezione greca porta a una ferma risposta da parte degli Ottomani, sostenuti dalle forze musulmane egiziane, ma allo stesso tempo mette in moto due meccanismi profondi:
1. il sostegno di giovani ed intellettuali da tutta Europa, mossi dal sentimento patriottico dell’indipendenza nazionale, che è un tratto caratterizzante del periodo romantico che sta attraversando la cultura europea del momento
2. Il sostegno di diverse potenze europee alla lotta per l’indipendenza, in particolare il Regno Unito, la Francia e la Russia
Grazie al supporto internazionale la Grecia si vede riconosciuta l’indipendenza nel 1829, ma l’esito della guerra ha anche un’altra conseguenza: se nei moti del 1820-21 il meccanismo di intervento della Santa Alleanza agisce perfettamente, nel caso greco le potenze europee si dividono. In particolare l’Austria si oppone a qualunque intervento a favore degli insorti greci, sulla base del principio di appoggio a qualunque governo legittimo: l’incapacità di Metternich di convincere i propri alleati a non intervenire è il primo segnale che il meccanismo di garanzia degli equilibri del congresso di Vienna comincia a sgretolarsi.

I moti del 1830

Nel 1830 una nuova ondata rivoluzionaria attraversa l’Europa. L’epicentro stavolta è la Francia, da cui i moti si diffondono in Belgio, Polonia e in diverse città italiane, a partire da Modena.
Se l’insurrezione indipendentista polacca contro il dominio russo e quella liberale di Modena falliscono, diversi sono gli altri due casi.
In Francia con la cosiddetta rivoluzione di luglio viene abbattuto il regime assolutista e reazionario di Carlo X. Al suo posto viene insediato al trono Luigi Filippo d’Orleans, viene modificata la costituzione introducendo sostanzialmente il principio della sovranità nazionale alla sua base e viene ristabilito il tricolore del 1789 come bandiera nazionale.
Alle giornate di luglio partecipano anche le masse operaie di Parigi, ma le forze borghesi francesi riescono a costruire intorno a Luigi Filippo un regime moderato. Lo stesso Luigi Filippo verrà soprannominato il re borghese, per sottolineare come negli anni del suo regno sono gli interessi dell’alta borghesia a trovare il maggiore sostegno.

Il celebre dipinto La libertà guida il popolo, del pittore Delacroix, ispirato alle giornate del 1830



L’ondata rivoluzionaria francese, come detto, mette in moto un meccanismo insurrezionale anche in Belgio, che rivendica l’indipendenza dal regno dei Paesi Bassi, a cui il Belgio è stato unito nel Congresso di Vienna.
A differenza della Polonia, il Belgio vede riconosciute le sue aspirazioni, grazie all’intervento di Francia e Regno Unito che si oppongono al tentativo di Austria e Russia di intervenire per riportare l’ordine.

L’insurrezione francese e quella belga del 1830, unite all’indipendenza greca raggiunta l’anno precedente, mettono dunque in crisi il meccanismo della Santa Alleanza. Con essa anche la Restaurazione comincia a volgere al termine. Al principio di ordine fondato sulla concertazione fra le maggiori potenze europee, si profila infatti la creazione di due blocchi politici:
-da un lato stati liberali come la Francia e la Gran Bretagna
-dall’altro stati assolutisti come Austria, Prussia e Russia



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