La fisica di Aristotele e quella di Democrito rappresentano due modelli di rappresentazione del cosmo e del suo funzionamento alternativi fra di loro. Il modello aristotelico è quello dominante fino alla rivoluzione scientifica (XVII secolo), mentre quello democriteo è per molti versi alla base della visione fisica che si afferma dalla rivoluzione scientifica in poi.
Le differenze principali fra i due modelli sono:
1. Per Aristotele l’universo è finito, per Democrito per infinito = questo perché per Aristotele l’universo è perfetto quindi non può essere illimitato, mentre per Democrito il cosmo è infinito perché infiniti sono gli atomi
2. Per Aristotele non esiste il vuoto, per Democrito sì = la differenza è che la presenza del vuoto è ciò che per Democrito spiega il movimento, mentre per Aristotele è la teoria dei luoghi naturali a spiegare il movimento
3. Per Aristotele vi è una distinzione fra la materia che compone il mondo terrestre (composta dai quattro elementi: acqua, aria, terra, fuoco) e la materia dei cieli non terrestri (etere), mentre per Democrito la materia è sempre uguale, sempre composta da atomi
4. Per Aristotele gli aspetti che rivelano l’essenza della natura sono i dati qualitativi della realtà (ovvero quelli soggettivi, come gli odori o i colori, che sono percepiti dai sensi), mentre per Democrito gli aspetti essenziali sono quelli quantitativi (ovvero quelli oggettivi, misurabili, come l’estensione o il peso).
Tutte queste differenze sono importanti non solo e non tanto prese in sé, ma per il loro significativo complessivo.
La visione fisica di Aristotele è infatti una visione finalistica = il funzionamento della natura è determinato dal suo fine, nulla avviene in maniera casuale.
La visione fisica di Democrito è invece definibile come deterministica e meccanicista = la natura è determinata da un principio materiale è l’atomo, il funzionamento degli atomi è spiegabile esclusivamente attraverso i meccanismi di causa-effetto, per cui tutto è predeterminato da questo meccanismo.