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INDICE DEI CONTENUTI

  1. 1. LA RESTAURAZIONE E IL CONGRESSO DI VIENNA
  2. 2. GARANTIRE L’ORDINE: LA SANTA ALLEANZA
  3. 3. CONTRO LA RESTAURAZIONE: LIBERALI E DEMOCRATICI
  4. 4. I MOTI DEL 1820
  5. 5. I MOTI DEL 1830
  6. 6. I MOTI DEL 1848
  7. APPROFONDIMENTI: VIDEO DIDATTICI
  8. APPROFONDIMENTI: STORIOGRAFIA E FONTI

1. LA RESTAURAZIONE E IL CONGRESSO DI VIENNA

Dopo la caduta dell’impero napoleonico inizia il periodo storico della cosiddetta Restaurazione. Il principio della Restaurazione è, come dice il termine, quello di restaurare l’ordine politico e sociale precedente la rivoluzione francese.
L’inizio della Restaurazione coincide con il CONGRESSO DI VIENNA, organizzato nel 1814 per ridisegnare i confini europei dopo la fine dell’impero napoleonico, sospeso per il ritorno dall’Elba di Napoleone e portato a termine nel 1815 dopo la battaglia di Waterloo.
Principale protagonista del Congresso e in generale dell’ordine della Restaurazione è VON METTERNICH, cancelliere dell’impero austriaco.

I criteri che determinano le decisioni prese a Vienna si rifanno ai cosiddetti principi di legittimità ed equilibrio.
Per principio di legittimità si intende il fatto che si tende a restituire i troni alle dinastie deposte da Napoleone. In Francia, ad esempio, si assiste al ritorno dei Borboni con Luigi XVIII.
Per principio di equilibrio si intende invece il fatto che, dopo l’egemonia napoleonica, si vuole impedire che una sola potenza possa di nuovo minacciare l’ordine europeo e acquisire una supremazia sul continente. Nel ridisegnare i confini si cerca dunque di creare un equilibrio fra le potenze principali, in particolare: Regno Unito, Impero Austriaco, Regno di Prussia, Impero Russo, Regno di Francia.

I principali interventi sulla cartina politica europea stabiliti a Vienna sono:
-la soppressione definitiva del Sacro Impero Romano e la sua sostituzione con la Confederazione Germanica
-l’estensione dei confini, all’interno di questa confederazione, del regno di Prussia
-la creazione di un regno d’Olanda comprendente anche il Belgio
-la creazione di un regno lombardo-veneto sotto il controllo austriaco
-l’estensione del Regno di Sardegna con l’annessione della repubblica di Genova


2. GARANTIRE L’ORDINE: LA SANTA ALLEANZA

Se con il congresso di Vienna viene dunque restaurato l’ordine politico, l’altra preoccupazione che aleggia fra le maggiori potenze del continente è quella di restaurare anche l’ordine sociale precedente alla rivoluzione francese. Ovvero tornare, in altri termini, al cosiddetto ancien régime ristabilendo due principi in particolare: 1) la monarchia assoluta e con essa l’idea che il potere deriva da Dio; 2) la divisione della società in ordini sociali e con essa il ripristino dei privilegi dell’aristocrazia e del clero

Per garantire il mantenimento di questo ordine restaurato vengono prese due misure in particolare.
Una è il rafforzamento delle polizie politiche, incaricate dunque di perseguire chi divulga idee rivoluzionarie.
La seconda è la creazione di un’alleanza militare chiamata a intervenire per sedare eventuali incendi rivoluzionari, stabilendo così il diritto di intervento al di fuori dei propri confini per garantire l’ordine. Nasce così la SANTA ALLEANZA costituita da Austria, Prussia e Russia a cui successivamente si aggiungeranno altri regni. Il termine stessa “Santa Alleanza” è un manifesto programmatico: con questa definizione si vuole infatti riaffermare l’idea che il potere assoluto dei monarchi ha la sua origine in Dio.

Proprio per questo motivo alla Santa Alleanza non partecipa il Regno Unito, in cui vige una monarchia costituzionale. Il Regno Unito è invece coinvolto in un altro organismo che nasce dopo il Congresso di Vienna: la QUADRUPLICE ALLEANZA. La Quadruplice Alleanza è un organismo diplomatico che riunisce in maniera regolare Regno Unito, Austria, Prussia e Russia, a cui più avanti si aggiunge la Francia, con lo scopo di creare un tavolo permanente per discutere delle questioni più critiche della politica europea.


3. CONTRO LA RESTAURAZIONE: LIBERALI E DEMOCRATICI

Tutti questi strumenti adottati non riescono però a stroncare una serie di idee e principi che sopravvivono alla rivoluzione francese e alla stagione napoleonica e che continuano a circolare, specialmente in circoli di intellettuali e borghesi. Questi circoli spesso danno vita a società segrete, in quanto la polizia politica e la censura ostacolano la libertà di iniziativa politica.
Questi principi che vengono portati avanti in particolare sono quattro:
1) L‘avversione all’assolutismo e la richiesta di Costituzioni come fondamento del potere
2) L’idea della sovranità nazionale, in opposizione al potere dinastico esercitato su imperi multietnici
3) Il principio della libertà intesa come libertà di pensiero, di religione e della proprietà privata
4) L’uguaglianza giuridica

Queste idee vengono raccolte da due movimenti politici definiti liberale e democratico.
I LIBERALI, in particolare, si rifanno alla prima esperienza della rivoluzione francese: il loro progetto politico è quello di dare vita a monarchie costituzionali in cui vengano garantite libertà e uguaglianza giuridica. I liberali sono allo stesso ostili a un’estensione del suffragio, legandolo a una divisione su base censitaria. Per questi motivi i liberali sono una piena espressione dei ceti borghesi.
I DEMOCRATICI, invece, sono mossi da ideali repubblicani e sostengono che la vera uguaglianza si raggiunge attraverso i diritti politici, ovvero l’estensione del diritto di voto.

Nonostante queste differenze liberali e democratici si trovano spesso affianco nel dare vita, dopo il Congresso di Vienna, ad una serie di moti insurrezionali e rivolte nel tentativo di scardinare l’ordine della Restaurazione.
Questi moti si sviluppano in particolare in tre momenti: 1820, 1830 e 1848. In tutti e tre i casi si assiste ad un movimento insurrezionale che divampa in un punto per poi produrre focolai in molte altre realtà. Questa diffusione immediata delle rivolte dimostra l’esistenza di quella che gli storici chiamano “internazionale liberale”, ovvero la presenza di una rete di contatti fra i protagonisti rivoluzionari su una scala internazionale.


4. I MOTI DEL 1820

Nel 1820 il primo incendio scoppia in SPAGNA, quando un contingente di militare si rifiuta di imbarcarsi per andare a combattere in Sud America per contrastare le indipendenze proclamate dalle colonie spagnole (fatto questo che peraltro mostra la scala globale delle rivoluzioni).
Dopo la Spagna si sviluppano moti insurrezionali nel Regno delle Due Sicilie, a Torino e in particolare in Grecia. Il tratto comune di queste insurrezioni è il carattere liberale e la richiesta di ottenere delle costituzioni. Tutti questi moti vengono arrestati dall’intervento della Santa Alleanza, con una sola eccezione: la Grecia.

La GRECIA rappresenta un caso particolare. Essa è all’epoca territorio dell’impero ottomano e qui scoppia un’insurrezione per l’indipendenza nazionale. La questione greca crea una prima frattura all’interno della Santa Alleanza, in quanto i rivoluzioni greci ottengono il sostegno di Russia e Francia, nonostante l’opposizione dell’Austria. La rivoluzione greca mobilita anche molte energie da tutta Europa, con molti intellettuali che vanno a combattere affianco ai greci, spesso stimolati dalla cultura romantica ormai dominante. L’insurrezione si conclude nel 1829 con la vittoria greca.


5. I MOTI DEL 1830

Un secondo momento rivoluzionario è quello del 1830. In questo caso l’epicentro è la FRANCIA e poi si estende in Belgio, Polonia e Italia.
I movimenti rivoluzionari hanno successo in Francia e in Belgio. In Francia viene impedita la svolta assolutista di Carlo X e viene inaugurata la monarchia costituzionale di Luigi Filippo d’Orleans, un passaggio esemplificato dall’accettare di regnare non più “per grazia divina” ma per “volontà della nazione”. In Belgio, invece, il moto insurrezionale porta all’indipendenza dai Paesi Bassi.

Sebbene altri moti, come quello polacco e quelli italiani, falliscano, anche in questo caso il 1830 rappresenta un duro colpo all’ordine della Restaurazione. La Francia vira infatti verso un orientamento liberale e negli anni successivi monarchie simili si affermano anche in Spagna e Portogallo in seguito a nuove guerre civili.

L’esito di questi processi è che se da un lato viene mantenuta in vita la Santa Alleanza fra Austria, Prussia e Russia, dall’altro viene creata una nuova QUADRUPLICE ALLEANZA fra Francia, Inghilterra, Spagna e Portogallo. Da un lato si cementa così il blocco delle monarchie assolutiste, dall’altro quello delle monarchie di orientamento liberale.


6. I MOTI DEL 1848

L’incendio principale della stagione della Restaurazione è però quello che divampa nel 1848. Le prime avvisaglie arrivano già a gennaio, quando insorge di nuovo la Sicilia contro la monarchia Borbone del regno delle Due Sicilie. A marzo nuovi moti insurrezionali scoppiano invece a PARIGI e da lì le maggiori città europee vengono coinvolte: movimenti insurrezionali scoppiano a Berlino, dove l’aspirazione è dare vita alla Germania e soprattutto all’interno dell’impero asburgico. Movimenti insurrezionali scoppiano nella stessa Vienna, contro il regimo assolutista, e poi nelle altre città dell’impero, come Budapest, Praga, Venezia e Milano, in questo caso portando avanti la rivendicazione dell’indipendenza. Le insurrezioni di Venezia e Milano spingono peraltro Carlo Alberto, re di Sardegna, a intervenire, provocando così lo scoppio della prima guerra di indipendenza italiana.

Gli eventi del 1848 vengono definiti nel loro complesso la “primavera dei popoli”, perché il sentimento più diffuso è quello dell’indipendenza nazionale e, a differenza dei moti degli anni precedenti, si assiste ad una molto più intensa partecipazione popolare.
Nelle realtà con maggiori presenze di operai, come Parigi, Francoforte e Vienna, si assiste anche a un qualcosa di nuovo rispetto ai moti degli anni precedenti, ovvero la presenza di rivendicazioni sociali per ottenere maggiori diritti per i lavoratori e le classi più disagiate: non a caso queste insurrezioni scoppiano dopo una crisi economica fra il 1846 e 1847 che fa emergere una forte tensione sociale.

Nel loro complesso i moti insurrezionali del 1848, nonostante la loro ampiezza e profondità, si risolvono in un fallimento.
In Francia lo scoppio della rivoluzione produce la caduta della monarchia, l’instaurazione di una repubblica e l’adozione di forti misure sociali. Questa svolta progressista viene però bloccata dalla creazione di un vasto fronte conservatore che porta alla presidenza della Repubblica Luigi Napoleone, nipote di Bonaparte, il quale nel 1852 pone fine alla Repubblica e instaura il secondo impero.
Nel mondo tedesco il movimento per portare al superamento della Confederazione Germanica e alla nascita di una nazione tedesca unita viene sconfitto.
La stessa cosa avviene nel mondo austriaco: i moti indipendentisti vengono repressi e la guerra di indipendenza italiana si chiude con una vittoria austriaca.

Nel suo complesso l‘eredità del 1848 è però profonda.
Innanzitutto l’insurrezione austriaca porta alle dimissioni di von Metternich e con esse alla caduta del principale garante dell’ordine della Restaurazione.
In secondo luogo i movimenti nazionali italiano e tedesco, bloccati fra il 1848 e il 1849, vengono invece portati a compimento negli anni successivi, con la nascita del Regno d’Italia nel 1861 e con l’unificazione tedesca nel 1870.


APPROFONDIMENTI: VIDEO DIDATTICI


APPROFONDIMENTI: STORIOGRAFIA E FONTI

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