1. Introduzione
Nel 1556 Carlo V d’Asburgo abdica, dividendo il suo vasto regno fra il figlio Filippo – re di Spagna – e il fratello Ferdinando – re d’Austria.
Oltre al regno di Spagna, Filippo II eredita tutti i territori legati alla corona iberica:
-le colonie del Sud America
-i Paesi Bassi (provincia che comprende gli attuali Belgio, Olanda e Lussemburgo)
-la Borgogna (un territorio nella Francia orientale)
-i territori spagnoli in Italia: Milano, Sardegna, Napoli e la Sicilia.
A questi territori Filippo aggiungerà:
-nel 1559 lo Stato dei présidi, un piccolo territorio sulla costa toscana, molto limitato geograficamente ma strategicamente importante. Questa acquisizione arriva al termine della guerra scoppiata nel 1553 fra il padre Carlo V e il re francese Enrico II, ultima tappa delle guerre d’Italia che contrappongono Asburgo e Francia e che si concludono con la sostanziale egemonia spagnola sulla penisola italiana
-nel 1580 il regno di Portogallo, grazie a diritti dinastici

Il risultato è che il regno di Filippo, seppure privato dei possedimenti austriaci del padre, risulta di gran lunga il più esteso dell’Europa del secondo Cinquecento.
Questo vasto regno si presenta anche come il più ricco della sua epoca, grazie all’enorme quantità di metalli preziosi che giungono dalle colonie americane, oro e argento in particolare.
La Spagna, dunque, si presenta come la maggiore potenza europea e il progetto di Filippo è usare questa forza come baluardo della difesa della fede cattolica, sia in patria che all’estero. Il contesto storico dell’età di Filippo è infatti quello segnato dalle guerre di religione fra protestanti e cattolici e della diffusione del clima della Controriforma nei Paesi legati alla Chiesa di Roma.
Il sogno di Filippo si rivela però un’utopia, un progetto destinato al fallimento. Cerchiamo di capire il perché.

2. La struttura amministrativa del regno
Per garantire alla Spagna il primato politico europeo, Filippo avvia innanzitutto un disegno di rafforzamento interno della monarchia, cercando di costruire una macchina amministrativa sempre più estesa ed efficiente a servizio della corona.
Il primo passo è quello di creare una capitale dove stanziare la corte, ponendo fine alla pratica di girare con la corte da una città all’altra. La scelta ricade su Madrid: uno dei motivi che spingono a questa scelta è di natura simbolica, per la posizione della città proprio al centro della Spagna.
Per rafforzare poi l’amministrazione:
1) Viene aumentato il numero di amministratori per rendere più corposa la macchina burocratica
2) Vengono creati una serie di organi specializzati – detti consigli – occupati di gestire e amministrare le materie più rilevanti (come le finanze, la guerra, e via dicendo)
Il progetto di Filippo di rafforzare la monarchia non viene però portato fino in fondo:
1) I privilegi dell’aristocrazia non vengono toccati ed essa mantiene un ruolo politico e sociale molto importante
2) Non vengono toccate le autonomie dei vari parlamenti regionali, per cui il controllo della monarchia sui singoli territori rimane limitato
3. La struttura economica del regno
Abbiamo visto prima come la Spagna si presenta come un regno molto ricco grazie ai proventi dei metalli delle colonie americane. Ma questo afflusso di preziosi non fa che mascherare una situazione produttiva precaria.
Il regno di Filippo soffre infatti di una debolezza produttiva non in grado di rispondere alle esigenze di una grande potenza. Per questo motivo i proventi delle colonie americane non finiscono per arricchire la Spagna, ma vengono impiegati per acquistare risorse prime dalle economie rivali, rafforzando queste.
Questo problema è accentuato dalle politiche di Filippo che, nel clima della Controriforma, decide di lanciare dure persecuzioni nei confronti delle minoranze ebraiche (i Marranos) ed arabe (i Moriscos), spingendo queste o alle rivolte o ad abbandonare la Spagna, che rimane così priva dei gruppi sociali più attivi fra i ceti produttivi del regno.
Se a questo tema aggiungiamo che nel corso del regno di Filippo II la Spagna viene impegnata in una serie incessante di spese militari, comprendiamo perché più volte la monarchia spagnola, nonostante le sue ricchezze, è costretta a dichiarare bancarotta, rivelando una debolezza economica di fondo.
4. Lo scontro con gli Ottomani
Il tema delle spese belliche ci porta all’altra grande questione relativa agli anni di Filippo, ovvero l’enorme impegno militare per rendere la Spagna la principale potenza militare nell’ottica di ricostruire un’Europa pienamente cattolica.
Questo impegno spinge Filippo a combattere da un lato contro l’impero musulmano degli Ottomani, dall’altro contro il dilagare delle riforme protestanti.
Sul fronte della lotta agli Ottomani, Filippo ottiene uno dei successi più significativi con la battaglia di Lepanto del 1571.
La premessa è che l’impero turco rappresenta nella metà del Cinquecento una grandissima potenza militare, una costante minaccia per le posizioni dei regni cristiani e una forza navale in grado di dominare sul Mediterraneo Orientale.
Proprio contro l’espansione della flotta ottomana, nel 1570 mentre gli Ottomani stanno assediando l’isola di Cipro, fino a quel momento nelle mani di Venezia, papa Pio V dà vita a una Lega santa in funzione antimusulmana. Ruolo principale in questa lega è rivestito proprio dalla Spagna di Filippo II. Le navi della lega, nel 1571 riescono a sconfiggere la flotta ottomana nella famigerata battaglia di Lepanto, al largo della Grecia. La battaglia viene celebrata come una grande vittoria della cristianità contro l’Islam.
In realtà lo scontro non produce il declino degli Ottomani, che mantengono le loro posizioni nel Mediterraneo orientale ancora a lungo, ma per Filippo II rappresenta un grande ritorno di immagine come campione della fede cattolica.
5. La lotta contro le Riforme protestanti
Il successo, anche se relativo, contro gli Ottomani, non è rispecchiato dai risultati raggiunti da Filippo contro il dilagare delle Riforme protestanti sul continente europeo. Per tutto il tempo del suo regno, che si estende dal 1556 al 1598, Filippo si impegna in tutti quei regni europei dove si scatenano lotte tra cattolici e protestanti, appoggiando i primi e lavorando per la sconfitta dei secondi.
I fronti che maggiormente impegnano Filippo sono tre:
-la Francia
-i Paesi Bassi
-l’Inghilterra
6. Le guerre di religione in Francia
Nella seconda metà del Cinquecento la Francia, che a lungo ha rappresentato la più grave minaccia per il potere degli Asburgo, è attraversata da una grave crisi. La corona è debole e il regno vive una guerra civile, diviso fra i cattolici, guidati dalla famiglia Guisa, e gli ugonotti (i calvinisti francesi), guidati dalla famiglia Borbone.
Filippo si impegna a lungo per la vittoria dei cattolici, ma alla fine il suo progetto sostanzialmente fallisce. Nel 1594 Enrico Borbone ottiene la corona francese, e anche se è costretto ad aderire al cattolicesimo per salire sul trono, con il suo avvento gli ugonotti trovano un solido alleato e ampi spazi di libertà.
7. Le rivolte nei Paesi Bassi
I Paesi Bassi rappresentano uno dei possedimenti più ricchi della Spagna. Il territorio è diviso fra un nord a maggioranza calvinista e un sud a maggioranza cattolica.
Per limitare questa libertà religiosa, politica ed economica e per sfruttare le risorse che provengono da questi territori, Filippo introduce nei possedimenti il Tribunale dell’Inquisizione, limite le autonomie politiche e impone nuove tasse. Il risultato è il prodursi di una rivolta che scoppia nel Nord ma si estende anche nel Sud cattolico.
Per placare la rivolta Filippo invia il Duca d’Alba a capo di un esercito di mercenari che si rende protagonista di saccheggi e devastazioni.
La spietatezza del Duca d’Alba spinge le varie popolazioni dei Paesi Bassi ad unirsi ancora di più nella rivolta. Nel 1576 nasce l’Unione di Gand, un’alleanza militare che unisce tutta l’area, guidata da Guglielmo d’Orange.
L’Unione di Gand riesce a ottenere da Filippo II la rimozione del Duca d’Alba. Al suo posto viene inviato Alessandro Farnese che, invece di utilizzare i metodi duri del predecessore, riesce tramite la diplomazia a rompere il fronte avversario, portando i cattolici del Sud a lasciare l’Unione di Gand, mantenendo i privilegi e le autonomie che avevano originariamente.
Nonostante la spaccatura del fronte, la rivolta però prosegue. I rivoltosi del nord nel 1579 formano l’Unione di Utrecht e nel 1581 si dichiarano indipendenti proclamando la Repubblica delle Province Unite, più nota come Olanda, dal nome della sua regione più importante.
Inizia così una nuova guerra con la Spagna che si protrae anche al di là della fine del regno di Filippo II e che si concluderà nel 1648 con l’indipendenza definitiva dell’Olanda, un durissimo colpo a una Spagna sempre più in crisi.
8. L’Inghilterra di Elisabetta I
Nel 1554 Carlo V riesce a combinare una importante alleanza matrimoniale facendo sposare il figlio Filippo con la cattolicissima regina d’Inghilterra, Maria Tudor, nota, per le sue feroci repressioni dei non cattolici, come Mary la sanguinaria.
L’alleanza fra Spagna e Inghilterra crea un asse di potenze che sembra far pendere gli equilibri delle guerre di religione in Europa a vantaggio dei cattolici.
Nel 1558 però Maria muore e a succedergli è la sorella Elisabetta I, di fede anglicana.
Filippo cerca inizialmente di mantenere l’alleanza con l’Inghilterra, proponendo il matrimonio a Elisabetta.
Questa però rifiuta la proposta di Filippo e nel corso degli anni successivi diventa poco alla volta la più importante sovrana del fronte protestante, sostenendo laddove possibile le forze anticattoliche, finendo così per intralciare i disegni della Spagna di Filippo.
In particolare Elisabetta opera su tre fronti:
1) Sostegno alle forze ugonotti francesi
2) Sostegno ai rivoltosi dei Paesi Bassi
3) Sostegno alla cosiddetta “guerra di corsa” contro gli spagnoli, ovvero gli attacchi delle navi dei pirati contro i vascelli che trasportano i metalli preziosi dalle colonie americane alla Spagna
Messo alle strette dalla politica di Elisabetta, Filippo inizia a tramare per scalzarla dal trono, dando vita a una serie di congiure per portare alla corona la cugina di Elisabetta, la cattolica Maria Stuart.
Nel 1587, esasperata dalle costanti trame di Filippo e Maria, Elisabetta decide di far giustiziare la cugina.
Filippo reagisce dichiarando guerra all’Inghilterra, con lo scopo di risolvere militarmente l’ostilità con la corona inglese.
Nel giro di pochi mesi viene costruita una flotta imponente, nota come Invencible armada, con lo scopo di invadere il suolo nemico. Nel 1588 la flotta spagnola si dirige verso l’Inghilterra, ma la sua flotta viene inaspettatamente sconfitta nella Manica.
L’esito della guerra è particolarmente significativo: l’Inghilterra, sopravvissuta all’attacco, pone le basi su cui costruirà la futura potenza marittima ed economica; Filippo II fallisce nel suo tentativo di dare un duro colpo alle forze protestanti e per la Spagna la sconfitta segna l’inizio di un graduale declino.