Il dilagare delle riforme protestanti mette in seria difficoltà la Chiesa Romana, che per la prima volta nella sua storia deve affrontare una minaccia enorme alla sua unità, una minaccia talmente grande che – alla fine – risulterà impossibile da arginare.

Le controreazioni nel mondo della Chiesa si fanno sentire sotto tre punti di vista:
1. Sul piano di una riforma interna alla Chiesa
2. Con l’avvio di strumenti di repressione delle eresie, per cui nel complesso si parla di Controriforma
3. Con il prodursi di nuovi fermenti spirituali dentro al mondo degli ordini monastici
La Riforma cattolica
L’opera di Riforma viene attuata con la convocazione del Concilio di Trento, un concilio la cui gestione si dimostra molto complessa: i suoi lavori iniziano, su pressione dell’imperatore Carlo V, nel 1545 sotto papa Paolo III e si protraggono per anni fra rinvii, pause e cambiamenti di sede, prima con papa Paolo IV, e alla fine con papa Pio IV, con cui i lavori si concluderanno nel 1563.
Al concilio la Chiesa arriva divisa fra due correnti: gli SPIRITUALI da un lato – che si rifanno a insegnamenti come quelli di Erasmo da Rotterdam – e che puntano al dialogo con i protestanti; gli INTRANSIGENTI dall’altro. Come dice chiaramente il termine questi sono invece totalmente ostili a qualunque forma di dialogo col protestantesimo. Alla fine saranno gli INTRANSIGENTI a risultare in maggioranza e a imporre la propria visione sul concilio ribadendo, sul piano dottrinale, la piena validità della validità di quegli elementi che le riforme protestanti avevano messo in discussione, in particolare:
– validità del culto dei santi
– validità della giustificazione della salvezza per opere e per fede
– il rifiuto della traduzione della Bibbia nelle lingue volgari
– la conferma del libero arbitrio.
Allo stesso tempo però, viene avviata una riforma interna alla Chiesa con il duplice scopo di: moralizzare la vita ecclesiastica e dare una formazione teologica più solida agli uomini di chiesa.
Le misure più importanti che vengono prese sono:
- L’obbligo di residenza per vescovi e parroci alle sedi a loro assegnate
- L’istituzione dei seminari
- L’istituzione del catechismo
- Divieto di accumulare benefici ecclesiastici, ovvero di accumulare patrimoni che venivano concessi agli ecclesiastici per lo svolgimento delle loro mansioni
La Controriforma
Se da un lato si compie dunque uno sforzo per rinnovare internamente la Chiesa, dall’altro vengono assunte misure per combattere il dilagare del protestantesimo. Data la durezza del clima imposto da queste misure si parla di controriforma. Gli strumenti più importanti adottati in questa lotta sono:
- Il tribunale dell’Inquisizione, che viene rinnovato a partire dal 1542 con l’istituzione della Congregazione del Santo Ufficio
- L’Indice dei libri proibiti, istituito nel 1559 per censurare i testi ritenuti eretici
Il rinnovamento degli ordini monastici
Al di là poi degli aspetti della riforma e della controriforma cattolica, l’avvio delle riforme protestanti ha l’effetto di suscitare nuovi fermenti spirituali nel mondo del monachesimo cattolico, in cui si avverte l’esigenza di rispondere al dilagare delle riforme attraverso una più ferrea applicazione dei principi di vita evangelici.
È così che nel Cinquecento assistiamo alla comparsa di nuovi ordini religiosi, come ad esempio le carmelitane scalze, che nascono per opera di Teresa d’Avila da una costola dell’ordine carmelitano, contraddistinguendosi per una rigida applicazione della scelta della clausura; oppure l’ordine dei cappuccini, che nasce nel 1525 staccandosi dai francescani, con l’obiettivo di applicare in maniera più rigida e severa l’ideale francescano di povertà. O ancora i fatebenefratelli, ordine dedito all’assistenza dei malati, e i teatini, che invece si contraddistinguono per l’impegno nella predicazione.
Fra i nuovi ordini ad acquisire una particolare rilevanza è però la compagnia di Gesù, ovvero i gesuiti, un ordine fondato da Ignazio di Loyola e riconosciuto nel 1540 da papa Paolo III. Le peculiarità dell’ordine sono tre: 1) la sua organizzazione interna, ricalcata su un modello militare; 2) la completa sottomissione al papa; 3) la forte attenzione alla formazione alla dottrina cattolica.
Tutti questi elementi avrebbero fatto sì che i gesuiti diventassero un formidabile strumento di diffusione della dottrina cattolica, in particolare sia con l’istituzione di collegi in tutta Europa in cui avrebbe cominciato a formarsi una parte importante della classe dirigente europea, sia con l’impegno missionario che avrebbe portato i gesuiti a fondare missioni fuori dal Vecchio Continente