Dalla società preindustriale alla società di massa

I profondi cambiamenti che si sviluppano a cavallo fra Ottocento e Novecento cambiano il volto della società, per cui assistiamo al passaggio da una società detta preindustriale a una società detta di massa. Per società di massa intendiamo quella società in cui le masse diventano protagoniste della scena pubblica, influenzando l’economia, la politica, la cultura.

Nella società preindustriale, infatti, le masse sono in qualche misure estranee a questi aspetti. Le decisioni politiche sono assunte da ristrette élites. Il mercato dei consumi riguarda una piccola fascia della popolazione, così come ristretto è l’accesso alla cultura. Nella società preindustriale, ovvero nella società agricola, la popolazione è infatti composta per lo più da contadini che non hanno una vera e propria voce in grado di influenzare le grandi scelte politiche, economiche e sociali.

Con l’industrializzazione tutto questo cambia. Cerchiamo di capire perché. Per farlo dobbiamo tenere in mente l’intrecciarsi una serie di fattori:

  1. Con l’industrializzazione aumenta l’urbanizzazione, per cui masse di popolazione si trovano ora a vivere a contatto nelle grandi città e non più isolate nelle campagne, quindi i contatti si moltiplicano, così come lo scambio di esperienze e di informazioni
  2. Questo tipo di esperienza è riprodotta negli eserciti, le cui dimensioni ora cambiano a causa dell’introduzione della leva obbligatoria che porta a contatto grandi masse popolari
  3. Si sviluppa una istruzione di massa, con gli Stati che investono sempre di più nella creazione di un sistema scolastico. Questo significa che si sviluppa una cultura comune sempre più estesa
  4. Lo sviluppo dell’istruzione significa anche sviluppo dell’alfabetizzazione. Questo porta a una sempre più intensa circolazione dei giornali e quindi alla nascita dell’opinione pubblica
  5. Sia per lo sviluppo dell’istruzione che per la nascita di nuove attività economico-ricreative, si sviluppa una nuova cultura di massa, ovvero fasce più estese della popolazione accedono o agli stessi prodotti culturali – ad esempio i romanzi d’appendice – o alle stesse attività – non a caso in questa fase assistiamo al boom del tempo impiegato nelle attività sportive
  6. Con l’industrializzazione e con la produzione in serie nasce la società dei consumi. Mentre nella società preindustriale le masse contadine vivono ai limiti della sussistenza, non rappresentano una fascia consumatrice, ora si producono prodotti in serie e a prezzi più popolari che vengono acquistati da fasce sempre più estese di popolazione

Tutti questi fattori producono una consapevolezza sempre più crescente nelle masse del loro ruolo nella società. Queste dunque cercano di diventare sempre più protagoniste delle grandi scelte politiche. Assistiamo così:

  1. Alla nascita dei partiti politici. Le caratteristiche dei partiti sono quelli di presentare: un programma unitario a livello nazionale; di avere delle strutture ramificate in tutto il territorio; di rifarsi a delle ideologie politiche; di accogliere al proprio interno grandi masse di iscritti
  2. Allo sviluppo di una sindacalizzazione. Nel corso dell’Ottocento vediamo il passaggio da società di mutuo soccorso alla nascita di associazioni di mestiere, per arrivare infine ai grandi sindacati nazionali, ovvero grandi strutture di masse che hanno un impatto nazionale su tutte le categorie lavorative

Di fronte a questa massificazione della politica e della rappresentanza nel mondo del lavoro, gli stessi Stati concedono sempre più spazio alle organizzazioni di massa e a una parte delle loro rivendicazioni. Ad esempio a cavallo fra Ottocento e Novecento assistiamo:

  1. All’introduzione del suffragio universale maschile (la lotta per l’estensione del voto alle donne è in questa fase ancora molto minoritaria)
  2. Alla creazione di una legislazione sociale, ovvero quel complesso di norme che hanno come obiettivo quello di migliorare l’assistenza e la previdenza sociale, con lo scopo appunto di migliorare le condizioni di vita delle masse lavoratrici

Peraltro, proprio perché gli Stati sono consapevoli del fatto che le masse stanno diventando sempre più protagoniste della vita sociale, cercano di attuare strategie per renderle più integrate nella nazione e fedeli alla patria, strategie dette infatti di nazionalizzazione delle masse. Proprio in questa direzione vengono adottati strumenti che, come si è visto, contribuiscono alla nascita della società di massa, dall’estensione del sistema scolastico all’ampliamento del reclutamento nell’esercito.

Per concludere.

Se tutti questi processi si mettono in moto nell’Ottocento, seguendo tempi diversi in base ai tempi diversi con cui si sviluppa l’industrializzazione nei vari Paesi, in generale si inizia a parlare in maniera compiuta di società di massa a partire dalla Grande Guerra. La prima guerra mondiale infatti, nella sua dimensione totalizzante, accelera tutti quei processi che abbiamo visto, rappresentando la più grande esperienza di massa fino a quel punto conosciuta. Non a caso, nel dopoguerra diventa evidente che ogni regime politico, per essere tale, deve dimostrare di sapere coinvolgere e ottenere il consenso delle masse: da questo punto di vista, a farsi trovare più pronti a cogliere la nuova realtà sono proprio quei regimi che vengono detti regimi totalitari di massa, come quello fascista, quello nazista e quello staliniano.

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