Storia della rivoluzione russa. Parte 3: la rivoluzione di ottobre

Lev Trotzkij

La prima fase della rivoluzione è la fase cosiddetta liberale. Si entra poi nella seconda fase, in cui viene instaurato un regime comunista.

Come ci si arriva? Attraverso, di fatto, a un colpo di stato in due tempi.

Il primo momento è passato alla storia come la presa del Palazzo d’Inverno.

Siamo al 7 novembre 1917 (che corrisponde al 25 ottobre del calendario russo dell’epoca), quando il braccio destro di Lenin, Trotzkji, organizza un assalto al Palazzo d’Inverno, sede del governo provvisorio, portando le guardie rosse, ovvero le milizie armate bolsceviche, ad assumere il potere con la forza.

In seguito, l’evento, che è uno spartiacque nella storia russa, verrà ricordato come la rivoluzione d’ottobre.

Appena assunto il potere, Lenin emana due decreti:

  1. Il primo è il cosiddetto decreto per la pace = con esso, Lenin lancia un appello alle altre potenze per cessare la guerra e stabilire “una pace senza annessioni e indennità”
  2. Il secondo è il cosiddetto decreto per la terra = con esso viene abolita la grande proprietà terriera e viene avviata la redistribuzione delle terre ai contadini

I due decreti non riescono però a dare Lenin il consenso popolare sperato.

Nel gennaio 1918, infatti, come era già in programma prima della presa del Palazzo d’Inverno, si svolgono le elezioni per l’assemblea costituente. I bolscevichi ottengono 175 seggi su 707, mentre i socialrivoluzionari più di 400.

Si apre così la seconda parte del colpo di stato, che completa la presa del potere da parte dei bolschevichi.

Lenin, infatti, non riconosce l’esito elettorale e, appena riunita l’assemblea costituente, la fa sciogliere con la forza, mantenendo in piedi il suo governo.

Con questo secondo colpo di mano Lenin si gioca il tutto e per tutto.

I bolscevichi rappresentano infatti un piccolo partito e godono di una minoranza di consensi nei territori dell’ex impero. Nessun’altra forza politica decide infatti di sostenere il governo bolscevico.

Nelle stesse previsioni di Lenin poi, la sopravvivenza della rivoluzione comunista in Russia è legata alla nascita di un movimento rivoluzionario che porti alla nascita di nuovi regimi comunisti in Europa.

Questo movimento, però non avrà vita. In compenso, il nuovo regime, nel pieno di una crisi economica e produttiva, dovrà affrontare due guerre per sopravvivere.

Al di là di ogni previsione, riuscirà però a sopravvivere.

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