Ottone I e la restaurazione dell’impero

Il Sacro Impero Romano viene fondato da Carlo Magno nell’anno 800.
Nell’843, con il trattato di Verdun l’impero viene diviso in tre parti: regno dei Franchi occidentali, regno dei Franchi orientali e il cosiddetto regno franco medio, che comprende una parte oltralpe, nota come Lotaringia, e il regno d’Italia, corrispondente all’Italia del Nord. A quest’ultimo regno viene associato il titolo imperiale.

Trattato di Verdun


Nell’anno 870 con il Trattato di Mersen la ripartizione territoriale viene ulteriormente modificata: la Lotaringia viene spartita fra gli altri due regni. La conseguenza è che il territorio nelle mani dell’imperatore si riduce ulteriormente.

Trattato di Mersen

Nell’anno 884 l’impero viene riunificato per un’ultima volta con Carlo il Grosso, che però viene deposto tre anni dopo. A quel punto l’impero si frantuma ulteriormente in una serie di regni. Alla fine del IX secolo la situazione del Sacro Impero Romano risulta così alquanto confusa. Abbiamo quattro regni: il regno di Francia, il regno di Germania, il regno di Borgogna e il regno d’Italia.

Da questo momento la corona imperiale comincia a passare di mano in mano fra una serie di pretendenti, ma sostanzialmente il titolo perde il suo reale valore, in quanto i vari regni sono praticamente autonomi. Dall’anno 924 inizia poi una lunga fase in cui il trono imperiale rimane vacante, ovvero non viene occupato da nessuno.

Questa fase dura circa 40 anni: solo nel 962 viene riassegnata la corona imperiale. Protagonista di questa restaurazione è Ottone I di Sassonia.
Cerchiamo di capire come ci si arriva.

Ottone I di Sassonia

Ottone: da re di Germania a restauratore dell’impero

Ottone diventa re di Germania nell’anno 936. Il suo primo impegno è quello di consolidare il suo trono, visto che il suo regno è diviso in una serie di ducati che rivendicano una piena autonomia.
Per riuscirci è innanzitutto costretto a stroncare una vasta rivolta di duchi suoi oppositori nell’anno 939.
Una delle chiavi poi per mantenere saldo il suo potere è l’appoggio dei vescovi. Ottone infatti pone una serie di figure vescovili a capo di contee e città facendone dei signori territoriali a lui fedeli. Queste figure verranno chiamate vescovi-conti, per sottolineare il ruolo da un lato religioso, dall’altro politico.

Secondo grande obiettivo di Ottone è quello di riottenere il titolo imperiale ed espandere la sua influenza al di là del regno di Germania.
Un primo successo viene ottenuto nell’anno 937 quando, alla morte del re di Borgogna, riesce a imporsi nella successione e ottenere il controllo della regione.
Più complesso risulta il progetto di estendere la sua influenza sul regno d’Italia. Qui, dopo la deposizione di Carlo il Grosso, era iniziato uno scontro fra le più potenti casate italiane per il controllo del regno.
Ottone riesce a diventare, anche grazie al sostegno del papa, arbitro della situazione, tanto che nell’anno 952 riesce a sottomettere il re d’Italia, Berengario d’Ivrea, il quale si dichiara vassallo di Ottone.
Il suo progetto non riesce però a realizzarsi definitivamente. Lo scoppio di nuove rivolte costringe infatti Ottone a rientrare in Germania.
Varcate di nuovo le Alpi, Ottone è anche costretto ad affrontare la minaccia degli ungari, una popolazione che da decenni imperversava con le sue incursioni nei territori imperiali. Nell’anno 955 gli ungari vengono sconfitti da Ottone, il quale rafforza così ulteriormente il suo prestigio.
Infine, nel 961 Ottone si mette in marcia per completare il suo progetto. A capo di un esercito varca nuovamente le Alpi, giunge in Italia per affrontare Berengario il quale però rifiuta lo scontro. Ottone riesce così a raggiungere nel 962 Roma senza combattere. Qui, dopo aver riunificato il regno di Germania e il regno d’Italia, ottiene da papa Giovanni XII la corona di imperatore.

Con l’incoronazione di Ottone, viene così ricostituito il Sacro Impero Romano. Rispetto all’impero carolingio la sua estensione è ridotta, in quanto non ne fanno parte i territori francesi. Caratteristica del nuovo impero è piuttosto l’unificazione della corona tedesca e di quella italiana come base del potere imperiale.

A sinistra l’impero di Ottone confrontato con quello di Carlo Magno a destra


Un punto cruciale anche in questo caso è invece il rapporto col papa. Una prima preoccupazione di Ottone è quella di ristabilire il principio della Constitutio romana varata da Lotario nell’824. Nello stesso 962 Ottone emana un atto noto come Privilegium othonis. Con questa disposizione viene da un lato confermata la titolarità del papa sui territori del Patrimonio di San Pietro, titolarità già concessa da Pipino il Breve e Carlo Magno, ma dall’altro viene sancito il principio per cui l’elezione del papa deve essere convalidata dall’imperatore.
L’anno successivo Ottone depone il papa e favorisce la nomina di una figura a lui più fedele, Leone VIII.

I successori di Ottone

Nell’anno 973 Ottone muore e la corona di imperatore passa prima al figlio, Ottone II, e poi nel 983 al nipote Ottone III. Il progetto sia di Ottone II che di Ottone III è quello di rafforzare l’idea dell’impero universale attraverso due direttrici:
1) consolidare l’autorità imperiale sia nella parte tedesca dell’impero che in quella italiana
2) sottomettere al controllo dell’imperatore la figura del pontefice
L’ambizione dei due Ottoni viene però costantemente frustrata da una serie di problematiche:
1) gli aristocratici tedeschi si sentono abbandonati per l’attenzione costantemente rivolta all’Italia;
2) gli aristocratici italiani sono a loro volta gelosi della propria indipendenza;
3) gli aristocratici romani vedono invece con ostilità il tentativo di condizionare l’azione del papato.
Queste problematiche non solo portano sia Ottone II che Ottone III a fallire nei propri propositi, ma soprattutto rimangono latenti nel corso del tempo, minando le basi della pretesa degli imperatori di imporre la loro autorità universale.

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