La guerra fredda: 1949-1953. La Cina comunista, la guerra di Corea, la morte di Stalin

Come abbiamo visto qui, nel 1949 con la divisione della Germania in due, si raggiunge un equilibrio dello scontro bipolare in Europa con la creazione di due sfere di influenza.
Questo equilibrio è in realtà sbilanciata a vantaggio delle forze occidentali, data la supremazia, nell’immediato dopoguerra, degli Stati Uniti, sia sul piano economico che sul piano strategico (in particolare perché in questo momento solo gli americani possiedono l’arma nucleare).
Nel biennio 1949-50 questo equilibrio viene rotto da tre eventi significativi che estendono i confini della guerra fredda dall’Europa all’Asia.
Andiamo con ordine.



1. Il nucleare

La prima questione riguarda gli armamenti nucleari. Nel 1949, in anticipo rispetto alle previsioni statunitensi, i sovietici riescono a produrre la bomba nucleare. In questo momento la distanza nucleare fra le due superpotenze è nettamente a favore degli americani, ma questo risultato sovietico toglie agli Usa un deterrente eccezionale: la possibilità di minacciare l’arma nucleare senza dover essere a loro volta messi in pericolo da una risposta dell’Urss.

2. La Cina comunista

Mao Zedong

In Cina termina una lunga guerra civile che vede la vittoria dei comunisti guidati da Mao Zedong. Nasce così la Repubblica Popolare Cinese, ovvero una Cina a guida socialista che nel 1950 stringe un’alleanza formale con l’Unione Sovietica. Sebbene questo non significhi che la Cina entri nel blocco sottoposto al controllo sovietico (come nel caso delle democrazie popolari) la conseguenza è che a livello globale si assiste a una poderosa crescita delle forze comuniste.
L’esito della guerra civile crea inoltre una frattura fra la Cina e gli Usa. Il governo americano si rifiuta infatti di riconoscere il governo costituito da Mao, con due conseguenze:
1. Il seggio nel Consiglio di sicurezza dell’Onu riservato alla Cina rimane per il momento vacante
2. Gli Usa riconoscono come unico governo legittimo della Cina quello che nello stesso ’49 si insedia nell’isola di Taiwan, dove si rifugiano i nazionalisti sconfitti da Mao dando vita ad una autoproclamata repubblica cinese

3. La guerra di Corea

L’alleanza sinosovietica e la globalizzazione della guerra fredda hanno come immediato effetto quello dello scoppio nel 1950 della guerra di Corea.
Qui dopo la guerra erano sorti due governi: quello del Sud – filoccidentale – quello del Nord – di stampo comunista. Nel 1950 il nord comunista, guidato da Kim Il Sung, inizia l’invasione del Sud, con l’approvazione di Urss e Cina.

Kim Il-Sung


L’invasione entra immediatamente nell’orizzonte della guerra fredda, perché gli Stati Uniti intervengono militarmente per impedire la vittoria comunista. A loro volta i cinesi, per fronteggiare l’offensiva americana, inviano un numero massiccio di truppe per sostenere le forze comuniste.
Lo scoppio della guerra di Corea produce un inasprimento globale delle tensioni della guerra fredda: lo scontro bipolare fra Usa e Urss conduce infatti il mondo di nuovo in guerra e forte è il timore di una escalation che possa portare a uno scontro diretto.

Le conseguenze di questo scontro si avvertono immediatamente anche all’interno dell’Urss e degli Usa.
-In Unione Sovietica questi anni tornano ad essere caratterizzati dal ritorno di un clima persecutorio e dall’avvio di nuove purghe nei confronti dei dissidenti.
-Negli Stati Uniti si avvia un intenso programma di riarmo e allo stesso tempo si genera un clima di “caccia alle streghe”, per la paura di una infiltrazione interna delle forze comuniste. Il caso più emblematico è la creazione della commissione senatoriale guidata da McCarthy, che si lancia in una vera e propria crociata per stanare simpatizzanti delle posizioni comuniste all’interno della pubblica amministrazione e soprattutto del mondo dello spettacolo.

Conclusione: verso nuovi orizzonti della guerra fredda

La guerra di Corea si conclude nel 1953 con un nulla di fatto, dal momento che le due forze in campo non riescono a prevalere l’una sull’altra. Al termine di tre anni di scontri la situazione rimane dunque invariata, con i due stati divisi sempre dallo stesso confine dell’inizio del conflitto.
La fine della guerra contribuisce ad una decrescita della tensione, come si vede ad esempio negli Usa con la fine della stagione del maccartismo.

Allo stesso tempo cambiamo anche i protagonisti dello scontro bipolare.

Eisenhower

Nel 1952 finisce la stagione di Truman negli Stati Uniti, con la vittoria di Eisenhower e il ritorno alla presidenza del partito repubblicano.
Eisenhower lancia:
1. la cosiddetta dottrina del roll-back = superare la dimensione del semplice contenimento e iniziare una vera e propria controffensiva nei confronti delle forze comuniste
2. la dottrina della “rappresaglia massiccia” = rispondere a qualunque minaccia sovietica con il massimo accanimento, ovvero con l’utilizzo dell’atomica.
Questi due progetti rimangono in realtà puramente teorici, visto che nell’atto pratico non vedranno mai una concreta attuazione.

Molto più significativo è il cambiamento nel mondo sovietico. Nel 1953 finisce invece la stagione staliniana, con la morte del dittatore e l’avvio di una feroce guerra intestina per la successione, che porterà nel giro di un paio di anni all’ascesa di Nikita Kruscev, il quale sostituirà la tesi del conflitto inevitabile di Stalin con la tesi della “coesistenza pacifica”, ovvero la possibilità di creare le condizioni per una convivenza non conflittuale dei due blocchi.

Kruscev

Questo percorso procederà in ogni caso fra alti e bassi, come si vede già dai primi passaggi:

-nel 1954 si assistono a prime conferenze che vedono la partecipazione congiunta di Usa e Urss per discutere di questioni internazionali come le trattative di pace per la guerra di indipendenza dell’Indocina dal controllo francese

-nel 1955 viceversa si assiste alla creazione del patto di Varsavia, ovvero un’alleanza militare del blocco sovietico (fra l’Urss, le democrazie popolari dell’Europa Orientale e l’Albania) speculare alla Nato, per rispondere all’entrata della Germania Ovest nel Patto Atlantico

Continua a leggere: Kruscev e il 1956

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