Come abbiamo visto qui, nel 1947 i rapporti fra Usa e Urss degenerano in maniera irreversibile e si entra pienamente nel clima della guerra fredda.
Una volta che la rottura si è consumata in maniera definitiva, le due superpotenze procedono con rapidità alla creazione di due blocchi contrapposti che dividono l’Europa in due sfere di influenza: i paesi occidentali legati agli Stati Uniti, quelli orientali all’Urss.

Nel sistema di alleanze statunitense è centrale il piano Marshall. Cosa si intende?
Gli Usa si convincono del fatto che il consolidamento delle democrazie occidentali è possibile solo attraverso un pieno rilancio economico. Dal 1948 al 1951 lanciano un ampio programma di aiuti economici che ha tre obiettivi principali:
1. sostenere le economie nella difficile transizione postbellica
2. creare un sistema commerciale europeo più interconnesso
3. impiantare nel sistema produttivo europeo il modello taylorista-fordista già ampiamente radicato negli Usa
Questo programma è l’European Recovery Program, più noto come piano Marshall. Il piano diventa lo strumento principale attraverso cui gli Stati Uniti legano a sé i paesi dell’Europa occidentale, come l’Italia, il Regno Unito, la Francia, il Belgio, l’Olanda, ecc….
Intanto nell’Europa orientale si procede alla costruzione delle democrazie popolari. Cosa sono?
Mentre in Europa occidentale si stanzia il piano Marshall e si procede politicamente all’esclusione dei partiti comunisti nei governi in cui erano presenti (in particolare Francia e Italia), nei paesi dell’Europa orientale in cui vi era stata l’occupazione dell’Armata Rossa si passa alla creazione, forzata, di regimi comunisti a partito unico. Questo processo interessa la Bulgaria, la Romania, l’Ungheria e la Polonia. Nel 1948 entra in questo sistema anche la Cecoslovacchia, ma soltanto dopo un vero e proprio colpo di stato favorito dall’Unione Sovietica.
Questi paesi vengono chiamati democrazie popolari. Con questo termine intendiamo dunque quei regimi comunisti che sorgono in Europa Orientale, legati strettamente all’alleanza con l’Urss.
Esiste un corrispettivo del piano Marshall nelle democrazie popolari?
L’Urss non prevede un piano di aiuti economici simile a quello statunitense, anche perché le condizioni in cui versa l’economia sovietica nel dopoguerra è molto diversa da quella del rivale. Nel 1949 viene invece lanciato il Comecon (Consiglio di mutua assistenza economica). Lo scopo di questa istituzione è integrare quanto più possibile le economie e i sistemi produttivi dell’Urss e delle democrazie popolari, nell’ottica della creazione di un sistema socialista a livello internazionale.
In questo contesto, si arriva alla divisione della Germania in due. Quali sono i passaggi?
Abbiamo visto come la Germania dopo la guerra sia stata divisa in quattro zone di occupazione. Una volta innescato il meccanismo della guerra diventa impossibile trovare un compromesso sul futuro tedesco in grado di soddisfare sovietici e statunitensi.
Di conseguenza le tre zone di occupazione occidentale dal 1948 vengono unificate sul piano economico e monetario, con lo scopo di avviare un rilancio della parte tedesca sottoposta alle amministrazioni statunitense, francese e inglese.
Mosca risponde dichiarando il blocco di Berlino, ovvero chiudendo i varchi della città e isolando la parte di Berlino amministrata dagli occidentali. Lo scopo è per costringere gli Stati Uniti a rinunciare all’idea di costruire uno stato tedesco controllato dalle potenze occidentali. Gli Usa rispondono però al blocco organizzando un ponte aereo che rifornisce la popolazione di Berlino Ovest facendo così saltare la minaccia sovietica.
La crisi di Berlino si protrae dal giugno 1948 al maggio 1949, quando il blocco viene interrotto.
Subito dopo si procede alla divisione della Germania in due: da un lato la Germania Ovest – alleata degli occidentali e integrata nel piano Marshall – dall’altro la Germania Est – che entra nel gruppo delle democrazie popolari del blocco sovietico.
A completare questa costruzione di due sistemi di alleanze nel triennio 1947-49, si giunge anche al Patto Atlantico. Di cosa si tratta?
Dopo la divisione della Germania in due, nello stesso 1949 viene istituito il Patto Atlantico. Si tratta di un’alleanza difensiva delle forze occidentali che fa perno sugli Stati Uniti. Il Patto Atlantico prevede un dispositivo militare chiamato a intervenire in caso di attacco a uno degli stati membri: la Nato
La divisione dell’Europa in due coinvolge tutti i Paesi o vi sono realtà che rimangono in posizione neutrale?
Non tutte gli Stati europei entrano a far parte direttamente di uno dei due blocchi. Ad esempio la Finlandia o l’Austria rimangono in una posizione neutrale. Il caso più interessante è però quello della Jugoslavia di Tito. Qui si instaura un regime socialista che inizialmente è alleato dell’Unione Sovietica. Mentre nelle democrazie popolari vi è però la presenza dell’Armata Rossa, la Jugoslavia si trova in una situazione di indipendenza. Questo fa sì che Tito possa resistere ai tentativi di Stalin di imporre un più stretto controllo sul sistema jugoslavo. Fra i due i rapporti degenerano rapidamente e nel 1948 si arriva alla rottura, con l’espulsione della Jugoslavia dal sistema del Cominform.