Da Kennedy a Johnson (1963-1968): l’intervento in Vietnam e le rivolte sociali

Come abbiamo visto qui, nel 1963 Lyndon Johnson diventa il nuovo presidente americano dopo l’omicidio di Kennedy.
In politica estera Johnson lega il suo nome all’escalation militare in Vietnam. Cerchiamo di capire cosa significa.


Qual era la situazione del Vietnam prima dell’intervento americano?

Nel 1954 il Vietnam raggiunge l’indipendenza dalla Francia dopo una drammatica guerra, sconfiggendo le truppe francesi nella decisiva battaglia di Dien Bien Phu.
Nel 1954 si svolge una conferenza a Ginevra nel corso della quale viene stabilita l’indipendenza del Vietnam ma anche la sua divisione in due:
-un Vietnam del Nord a guida comunista, sotto la leadership di Ho Chi Minh
-un Vietnam del Sud, dove dal 1955 si insedia il governo nazionalista di Diem, sostenuto dalle forze americane

Negli anni successivi nel Vietnam del Sud si costituisce un Fronte di Liberazione Nazionale, un raggruppamento di forze guidato dai comunisti e appoggiato dal Vietnam del Nord, che lotta per porre fine al potere di Diem, ritenuto un leader autoritario e repressivo.

Come interviene la presidenza Kennedy?

Da parte americana la guerriglia che si scatena nel Vietnam del Sud viene vista con particolare preoccupazione, per la paura di un rafforzamento delle forze comuniste. Già sotto Kennedy inizia così un impegno per sostenere il governo di Diem, in particolare tramite l’invio di alcune migliaia di soldati, formalmente consiglieri militari.
Questa azione non è però sufficiente a rafforzare la posizione di Diem, che anzi si fa sempre più precaria. Nel 1963 un colpo di Stato – con l’avallo degli Usa – rovescia il governo Diem, nella speranza di stabilizzare la situazione, che invece degenera ulteriormente, con il rafforzamento della guerriglia dei cosiddetti Vietcong.

Come cambia l’approccio statunitense con Johnson?

Con l’arrivo alla presidenza di Johnson, gli Stati Uniti decidono di dare avvio a una vera e propria escalation militare. Sfruttando un incidente, ovvero un presunto attacco dei nordvietnamiti a navi americane nel golfo del Tanchino, il nuovo presidente decide di impegnare gli Stati Uniti in maniera più decisa nel conflitto. L’esercito americano viene così impegnato direttamente e in maniera massiccia in un conflitto militare contro la guerriglia dei Vietcong.
La guerra del Vietnam si trasforma così da guerra civile a un evento fra i più simbolici della guerra fredda. A motivare l’impegno di Johnson è infatti il timore che una vittoria dei Vietcong si traduca in una espansione politica del comunismo.

Il presidente Johnson



Qual è l’esito delle operazioni militari?

Nonostante l’escalation che porta centinaia di migliaia di soldati americani in Vietnam, nonostante i massicci bombardamenti caratterizzati dall’utilizzo del napalm, gli Stati Uniti non riescono a debellare la resistenza dei Vietcong. Anzi, nel 1968 le forze americane sono sottoposte a un contrattacco delle forze vietnamite, la cosiddetta offensiva del Tet: l’attacco non produce di per sé importanti risultati strategici, ma dimostra in maniera chiara la vitalità delle forze antiamericane e le difficoltà dell’esercito degli Stati Uniti ad avere la meglio sul nemico nonostante la superiorità evidente sul piano delle risorse.

Una delle più celebri immagini che testimonia l’utilizzo devastante del napalm


La guerra del Vietnam si traduce così in un enorme danno di immagine per l’amministrazione di Johnson (che infatti nel 1968 rinuncia a ricandidarsi alle elezioni) e in generale contribuisce a un esplodere di proteste contro l’imperialismo americano, provocando sia ampie manifestazioni in patria che un diffuso sentimento di ostilità all’intervento nel resto dell’Occidente.

Per capire la reazione innanzitutto culturale alla guerra del Vietnam dobbiamo guardare a come sta mutando il contesto sociale negli anni Sessanta. Quali sono gli elementi più significativi?

Intorno alla guerra del Vietnam si condensano tanti elementi diversi che caratterizzano socialmente e culturalmente gli anni Sessanta: un crescente rifiuto della guerra e dello scontro bipolare; un’attenzione ai problemi del terzo mondo; lo sviluppo di una controcultura ostile ai valori comuni. Tutto questo si condensa negli Stati Uniti nello sviluppo di due movimenti che in gran parte si intrecciano fra di loro:
-il movimento degli studenti che prende avvio dalla ribellione studentesca nell’Università di Berkley nel 1964
-il movimento per i diritti civili degli afroamericani che è guidato da leader come Martin Luther King
La contestuale guerra del Vietnam si intreccia a questi fermenti, provocando la nascita di ampie proteste contro l’intervento e un dilagare del dissenso contro la politica estera degli Stati Uniti, producendo profonde rivolte sociali che si diffonderanno ben presto nel resto d’Occidente.

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