Uno dei processi più importanti della storia moderna è la costruzione del cosiddetto Stato moderno. Il punto culminante di questo percorso arriva nell’Ottocento con la nascita dello Stato-nazione. Ovvero l’idea che lo Stato coincide la nazione, cioè una comunità politica dotata di una sua identità culturale e stanziata all’interno di un territorio limitato da precisi confini.
Le tappe della nascita dello Stato-nazione
L’idea di nazione è una costruzione culturale che che è propria dell’Ottocento e che si forma attraverso alcune precise tappe.
1. La prima tappa è la rivoluzione francese. Nel corso di questo evento epocale si afferma che la nazione è una comunità di cittadini uguali. In questo senso l’idea della nazione, nel corso della rivoluzione, nasce come spinta per delegittimare il sistema dell’antico regime fondato sulle distinzioni di ordini sociali.
2. La seconda tappa è il dominio napoleonico. In questa fase l’idea di nazione nasce proprio in contrapposizione all’occupazione francese, da parte di popolazioni che rivendicano l’indipendenza sulla base del principio di nazionalità.
3. La terza tappa è il periodo della Restaurazione. In questa stagione, si sviluppano movimenti in contrasto all’ordine stabilito dal congresso di Vienna, che rivendicano:
-o la sottrazione a una dominazione straniera (come il caso dell’Irlanda che rivendica l’autonomia dal Regno Unito)
-o l’unificazione di realtà separate ma che vengono avvertite come culturalmente omogenee (come il caso tedesco)
-o una combinazione fra la sottrazione a una dominazione straniera e l’unificazione di realtà separate (come l’Italia – che arriverà all’unificazione – o la Polonia, che la rivendica ma senza successo)
L’idea di nazione: il retroterra culturale
Da un punto di vista culturale, l’idea di nazione si muove fra due poli.
-Un primo polo è l’ideale democratico della nazione. Da un punto di vista culturale le radici vanno ricercate nel pensiero filosofico di Rousseau che descrive la nazione come una comunità politica al cui interno i cittadini decidono, su base volontaria, di sottomettersi alle leggi comuni = in questo senso dunque si pone l’accento sul dato volontaristico dell’appartenenza nazionale
-L’altro polo è quello di base etnica. Da un punto di vista culturale le radici vanno ricercate nel pensiero filosofico di Fichte, secondo cui la nazione nasce da un popolo dotato di una cultura comune determinata dalla lingua = in questo senso dunque si pone l’accento sul dato naturale dell’appartenenza naturale
L’evoluzione dell’idea di nazione
Nel corso dell’Ottocento si assiste:
-prima a una convivenza fra questi due versanti culturali, il che produce un nazionalismo liberale sotto la cui spinta arrivano all’indipendenza nazioni come la Grecia, il Belgio o l’Italia. In questa fase l’obiettivo principale dei movimenti nazionalisti è dare un’identità politica alla nazione attraverso la scrittura di Costituzioni, il tutto in un quadro di riconoscimento della validità delle altre sovranità nazionali
-Nella seconda metà del secolo il tema etnico diventa dominante rispetto a quello liberal-democratico, per cui si assiste allo sviluppo di un nazionalismo imperialista, antiliberale e antidemocratico, fondato sulla competizione fra popoli
L’invenzione della nazione
Un ultimo elemento da sottolineare è che lo sviluppo dell’ideale di nazione è una costruzione politica e culturale perseguita in maniera consapevole dai regimi dell’Ottocento.
Dopo la rivoluzione francese l’affermazione della legittimità del potere di origine assolutista, fondata su concetti come il diritto divino viene infatti sempre meno. Nel corso dell’Ottocento si sposta così l’attenzione sulla nazione come fonte che legittima il potere.
Ma per produrre questa operazione occorre in qualche modo “creare” un qualcosa che non esiste, la nazione appunto, dando una identità comune a popolazioni che provengono da tradizioni e costumi molto diversi fra di loro. In tal senso nel corso dell’Ottocento si assiste alla creazione di tutta una serie di linguaggi, simboli e tradizioni che hanno come scopo quello di dare un’identità nazionale, attraverso non tanto un discorso razionale, quanto emotivo. La nazione diventa la patria in cui credere: per questo il discorso sulla nazione è intriso di simboli religiosi e fideistici, che hanno come obiettivo quello di creare una identificazione emozionale fra il cittadino e la nazione di appartenenza.
Molte di questi simboli e di queste tradizioni vengono fatti risalire all’epoca medievale che, secondo la cultura romantica – non senza forzature – rappresenta il momento di nascita delle identità nazionali, il nucleo storico da cui attingere le radici culturali delle nazioni.
Nella seconda metà dell’Ottocento si assiste poi a un processo complementare definito di “nazionalizzazione delle masse”. Le masse partecipano sempre di più alla vita politica della nazione, per questo diventa necessario “educarle” all’appartenenza comune:
-si assiste così alla nascita di sistemi di istruzione statali, con lo scopo di diffondere l’uso della lingua e modelli culturali omogenei;
-viene introdotta la leva di massa negli eserciti, per produrre un patriottismo diffuso;
-nascono sistemi elettorali che estendono sempre di più il diritto di voto, al fine di far sentire le masse coinvolte nella gestione politica della nazione.