1848: la “primavera dei popoli”

Cosa succede nel 1848?

Il 1848 vede l’Europa travolta da una nuova ondata rivoluzionaria dopo i moti del 1820-21 e del 1830.
Rispetto ai due momenti precedenti il 1848 si contraddistingue per:
1. Estensione dei moti = in quanto viene coinvolta la maggior parte del continente
2. Radicalità delle rivendicazioni = in quanto si avverte con maggiore intensità il tema del sentimento nazionale (tanto che si parla di primavera e dei popoli) e, in certi casi (come in Francia), una più accentuata presenza ceti più popolari che chiedono una maggiore uguaglianza sociale. Dietro a questa spinta vi è anche il fatto che l’economia europea entra in crisi fra il 1846-47, producendo recessione, fallimenti di imprese e aumento della disoccupazione.
Come vedremo, le insurrezioni nel loro complesso falliscono nei loro obiettivi primari, ma per la loro portata rivoluzionaria pongono fine a ogni residuo del clima della Restaurazione e aprono una nuova stagione politica in Europa.

Quali sono le aree coinvolte dalle insurrezioni?

Gli eventi del 1848 coinvolgono in particolare tre zone europee: la Francia, il mondo austro-tedesco, l’Italia. Questo fa sì che le maggiori città dell’Europa continentale entrino in uno stato di agitazione, da Parigi a Berlino, da Vienna a Torino, passando da Praga e Budapest.

Le aree coinvolte dai moti del 1848

Cosa succede in Francia?

La Francia rappresenta il vero e proprio epicentro da cui scaturisce il terremoto del 1848. Per capire gli eventi del ’48 dobbiamo avere un quadro della situazione. Dal 1830 si è imposta in Francia la monarchia costituzionale di Luigi Filippo d’Orléans, il cui governo è saldamente nelle mani dei liberali conservatori guidati nel ’48 da Guizot. Il governo Guizot attua una politica moderata, andando incontri agli interessi dell’alta borghesia, sfruttando una legge elettorale che concede il diritto di voto solo a chi gode di un alto reddito. Per uscire da questa situazione le opposizioni politiche lanciano la cosiddetta campagna dei banchetti per chiedere una profonda riforma elettorale.
Il 22 febbraio una di queste manifestazioni di dissenso viene proibita dalle forze dell’ordine, dando vita a una violenta protesta. Per due giorni si assiste nella capitale a violenti scontri, al termine dei quali Luigi Filippo abdica e il governo si dimette. Viene così proclamata la seconda repubblica (dopo quella pre-napoleonica) e si dà vita a un governo provvisorio che introduce la piena libertà di espressione e sancisce il diritto al lavoro.

Cosa succede nel mondo austro-germanico?

L’eco dei moti parigini si fa sentire in maniera immediata nell’Europa centrale, fra l’impero asburgico e la confederazione del Reno.
L’epicentro delle rivolte è Vienna, dove a marzo scoppiano moti insurrezionali che hanno come bersaglio principale Metternich, il cancelliere simbolo della Restaurazione, che è costretto alle dimissioni.
A partire da questo episodio le rivolte si diffondono in tutto l’impero, facendo emergere con evidenza il tema del sentimento di indipendenza nazionale. Il 15 marzo insorge Budapest, il 17 e il 18 Venezia e Milano, il 19 Praga. In Ungheria e in Boemia si formano governi provvisori che chiedono una maggiore autonomia da Vienna.
Negli stessi giorni i moti insurrezionali arrivano a Berlino, dove si sviluppano manifestazioni che costringono il re di Prussia, Federico Guglielmo IV a concedere la libertà di stampa e a convocare un parlamento. A questa apertura seguono manifestazioni di lavoratori a Berlino e a Francoforte che avanzano richieste di natura più sociale.
Anche il mondo germanico è attraversato dal fermento nazionalista: a maggio si riunisce un’assemblea nella stessa Francoforte dove si discute di riunire il mondo tedesco in un’unica nazione, la Germania.

Cosa succede nel mondo italiano?

Anche in Italia vi sono forti fermenti insurrezionali. Le prime avvisaglie arrivano già in anticipo rispetto al resto d’Europa: il 12 gennaio una sollevazione separatista attraversa Palermo, spingendo il re delle Due Sicilie, Ferdinando II Borbone, a concedere una costituzione.
L’eco dei moti siciliani si fa sentire rapidamente nel resto d’Italia, dove i vari sovrani sono costretti dalla pressione pubblica a concedere delle costituzioni. Questo avviene nel regno di Sardegna con Carlo Alberto di Savoia, in Toscana con Leopoldo II e anche nello Stato della Chiesa con Pio IX.
Su queste rivolte, che hanno come obiettivo quello di passare da regimi assolutisti a regimi costituzionali, si innesca poi la questione nazionale sull’onda degli avvenimenti austriaci. Il tutto porterà alla cosiddetta prima guerra di indipendenza.

Cosa si intende per prima guerra di indipendenza?

Come abbiamo visto, quando scoppiano le rivolte nell’impero austriaco, lo stesso avviene a Venezia e a Milano, due città sotto il dominio austriaco, dove si sviluppano ampie sommosse popolari. A Venezia la sommossa è guidata dalla figura del democratico Daniele Manin. A Milano dopo cinque giorni di combattimento (le “cinque giornate di Milano”) le truppe austriache guidate dal maresciallo Radetzsky vengono cacciate dalla città.
Le rivolte di Milano e Venezia generano un entusiasmo patriottico in tutta Italia. Sulla spinta della pressione pubblica, il 23 marzo Carlo Alberto di Savoia dichiara guerra all’Austria, seguito a ruota dai sovrani di Toscana e Napoli e dal papa. Allo stesso tempo si formano contingenti volontari, come quello guidato da Giuseppe Garibaldi.
Da stati diversi e da posizioni politiche diverse si crea così un’unità di intenti che ha come scopo quello di liberare la penisola dalla presenza straniera: è la prima guerra di indipendenza. Ovvero la prima guerra degli stati italiani contro la presenza austriaca nella penisola.

Quali sono gli esiti dei moti del 1848?

Le agitazioni che abbiamo finora descritto hanno breve durata.

– In Francia dopo la proclamazione della repubblica e l’instaurazione del governo provvisorio si indicono le elezioni per l’assemblea costituente. A dispetto delle attese le forze protagoniste delle rivolte (i radicali, ovvero le forze democratiche, e i socialisti, le forze vicine alle rivendicazioni dei ceti popolari) vengono sconfitte: è l’avvio di una svolta moderata che porta alla fine dell’anno all’elezione a presidente della Repubblica di Luigi Napoleone Bonaparte (nipote dell’ex imperatore) sostenuto dalle forze conservatrici e cattoliche. A chiudere questo cerchio, nel 1851 Bonaparte si rende protagonista di un colpo di stato e l’anno successivo ottiene, attraverso un plebiscito, la nomina a imperatore (con il titolo di Napoleone III), chiudendo così la stagione brevissima della seconda repubblica.

-Nel mondo tedesco le discussioni su che tipo di nazione germanica creare (se la “piccola Germania”, ovvero una nazione tutta tedesca, o la “grande Germania”, una nazione che includa anche l’Austria), si protraggono a lungo mentre l’ondata riformatrice comincia a passare. Alla fine dell’anno Federico Guglielmo scioglie il parlamento prussiano, nell’aprile del 1849 rifiuta la corona imperiale che gli viene offerta dall’assemblea di Francoforte e a giugno ne scioglie i lavori
-Nel mondo austriaco la svolta arriva nell’ottobre del 1848, quando una nuova sommossa a Vienna viene repressa e sedata nel sangue dall’esercito austriaco. Alla fine dell’anno l’imperatore Ferdinando I abdica a favore del nipote, Francesco Giuseppe, che dà vita a una svolta conservatrice e riesce a bloccare una richiesta di autonomia dalle varie province dell’impero. Ad agosto vengono infatti sconfitte le truppe dell’autoproclamato stato ungherese, il più radicale nella sua richiesta di indipendenza da Vienna.

-In Italia la guerra di indipendenza ha un esito disastroso. L’unità di intenti registrata a marzo ha infatti una breve durata:
1. appena diventa chiaro che lo scopo di Carlo Alberto è quello di annettersi Lombardia e Veneto, gli altri sovrani italiani abbandonano la guerra
2. il contributo dei volontari viene minimizzato da Carlo Alberto che vuole evitare che la spinta popolare e democratica abbia eccessiva influenza
Così, nel luglio 1848 le truppe di Carlo Alberto vengono sconfitte da quelle austriache a Custoza.

Raffigurazione della battaglia di Custoza



Cosa succede in Italia dopo la sconfitta di Custoza?

Mentre nel resto d’Europa l’ondata rivoluzionaria comincia a conoscere un forte reflusso, in Italia, nonostante l’esito della battaglia di Custoza, la situazione rimane fluida:
-in Sicilia è ancora attivo un movimento separatista ostile a Ferdinando Borbone
-Venezia rimane sotto il controllo degli insorti che guidati da Manin proclamano la repubblica
-a Roma scoppia una rivolta che agli inizi del 1849 costringe il papa a lasciare la città. Si forma un governo provvisorio dove vi è una forte componente democratica, che proclama la “repubblica romana”. La sommossa romana vede accorrere in città importanti personalità di orientamento democratico come Mazzini e Garibaldi.
In questa situazione Carlo Alberto decide di riprendere l’iniziativa e a marzo 1849 attacca le truppe austriache di Radetzky.

Qual è l’esito delle insurrezioni italiane?

Anche in questo caso l’esito è negativo.
Il 23 marzo le truppe sabaude vengono sconfitte a Novara. Carlo Alberto è costretto ad abdicare, passando il trono a Vittorio Emanuele II.
A seguire:
-a maggio Ferdinando di Borbone riprende il controllo della Sicilia
-a luglio viene posta fine all’esperienza della repubblica romana. Il contributo decisivo viene dalla Francia, dove Luigi Napoleone si vuole presentare come il difensore della fede cattolica e invia le sue truppe ad assediare la repubblica romana.
-ad agosto gli austriaci pongono fine all’insurrezione veneziana dopo un lunghissimo assedio

la Repubblica romana



Quali sono le conseguenze del 1848?

Come abbiamo visto nessuna delle insurrezioni del 1848 si risolve portando a compimento gli obiettivi prefissati. Ciò nonostante questi moti mettono in movimento processi che poi appariranno irreversibili:
-innanzitutto, come abbiamo visto, Metternich, simbolo della Restaurazione, è costretto alle dimissioni
-nel 1867 l’impero austriaco sarà costretto a concedere larghissima autonomia all’Ungheria, per cui si inizia a parlare di impero austro-ungarico
-il Risorgimento italiano va avanti e porta alla nascita del regno d’Italia
-il processo di unificazione tedesca continua e si arriverà alla nascita dell’impero germanico

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