Nel post precedente abbiamo visto come nel corso del 1946 le relazioni fra Usa e Urss si avviano rapidamente verso un punto di rottura. L’ultimo vero accordo fra le due superpotenze è quello registrato nella conferenza di Parigi (1946) in cui si arrivano a concludere alcuni accordi sulla sistemazione dei confini postbellici, ma – significativamente – a Parigi non viene raggiunto nessun accordo definitivo sull’assetto della futura Germania.
A partire da questo momento la situazione degenera rapidamente: nel corso del 1947 vengono sviluppate la dottrina del contenimento e la tesi dei “campi opposti”: il risultato è che l’altra potenza viene vista come un nemico con cui non è possibile stabilire nessuna relazione diplomatica.

Cosa si intende per dottrina del contenimento?
La cosiddetta “dottrina del contenimento” è la linea politica lanciata dal presidente Truman nel 1947, secondo la quale la potenza sovietica – o ancora meglio: la minaccia comunista – va arginata a livello globale di fronte a ogni possibile tentativo espansionistico.
Qual è l’analisi politica alle spalle della dottrina del contenimento?
Nel 1946 un analista statunitense – George Kennan – elabora un’analisi dell’Unione Sovietica secondo la quale l’Urss è una minaccia per gli equilibri geopolitici globali perché ha una forte volontà espansionista. Kennan sostiene però anche che l’Urss è una potenza insicura di sé, che può essere isolata e bloccata nei suoi presupposti espansionistici. Per arrivare a questo risultato è necessario mantenere un atteggiamento rigido nei confronti dei sovietici i quali ,secondo Kennan, sono sensibili all’utilizzo della forza e arretrano di fronte a una possibile minaccia. Questa analisi di Kennan presuppone quindi l’abbandono di qualunque politica di collaborazionismo con l’Urss e il passaggio a una linea aggressiva.
Quale è il contesto che porta Truman a maturare la scelta del contenimento?
Per comprendere il motivo per cui Truman sposa, in linea generale, la tesi di Kennan dobbiamo guardare a cosa succede in Grecia. Nel paese ellenico durante la guerra si sviluppa un movimento di Resistenza contro l’occupazione tedesca che si trasforma rapidamente in una guerra civile che contrappone i partigiani comunisti a quelli monarchici. Nonostante la fazione comunista non trovi l’appoggio di Stalin, le forze occidentali sostengono quelle monarchiche. Questo compito è assunto in particolare dal Regno Unito che però, attraversando un complesso passaggio economico, all’inizio del 1947 è costretto a ritirare il proprio sostegno.
A questo punto Truman decide che gli Usa devono intervenire per sostenere le forze monarchiche greche. Per convincere il Congresso statunitense a stanziare i fondi necessari, nel marzo ’47 produce un discorso che rappresenta il cuore della “dottrina del contenimento”. Truman afferma infatti che gli Usa devono impegnarsi a livello globale per contenere ogni possibile minaccia di espansione comunista.
Questo approccio ha due conseguenze particolarmente importanti:
1. lo scontro con la potenza sovietica viene esteso potenzialmente a ogni angolo del globo, anche fuori dall’Europa dove fino a questo momento è contenuto
2. ridefinisce le relazioni con l’Urss verso un dichiarato antagonismo
Viceversa, cosa si intende per “tesi dei campi opposti”?
La tesi dei campi opposti rappresenta in qualche misura la risposta sovietica alla sfida del contenimento lanciata da Truman. Il fulcro di questa tesi è che comunismo e capitalismo rappresentano due modelli necessariamente opposti e inevitabilmente destinati allo scontro.
In quale occasione viene formulata questa teoria politica?
La tesi dei campi opposti viene formulata per la prima volta nel settembre ’47, nel corso della prima riunione del Cominform. Il Cominform è un nuovo organismo fondato nello stesso ’47, che riunisce, sotto la guida di Mosca, i partiti comunisti dell’Europa orientale, della Jugoslavia e i due più importanti partiti comunisti dell’Europa occidentale, quello italiano e quello francese.
Nell’ottica di Stalin la nascita del Cominform risponde proprio all’esigenza di preparare il campo comunista all’inevitabile scontro con l’imperialismo americano.
Quali sono le conseguenze della dottrina del contenimento e della tesi dei campi opposti?
La conseguenza è l’avvio definitivo della guerra fredda. Ogni tentativo di collaborare per gestire in maniera condivisa l’assetto internazionale postbellico è ormai accantonato, le relazioni fra i due paesi sono ormai impostate su una base di aggressivo antagonismo. Le due forze si riconoscono come realtà inesorabilmente contrapposte: l’antagonista è ormai rappresentato come un nemico da contrastare e con cui non è legittimo trovare una mediazione.
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