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  1. RE DI SICILIA E IMPERATORE: L’ASCESA DI FEDERICO
  2. LA MODERNIZZAZIONE DEL REGNO DI SICILIA
  3. IL PROGETTO UNIVERSALISTICO E IL SUO FALLIMENTO
  4. DOPO LA MORTE DI FEDERICO
  5. VIDEO DI APPROFONDIMENTO
  6. CONTINUA A NAVIGARE

RE DI SICILIA E IMPERATORE: L’ASCESA DI FEDERICO

Federico nasce nel 1194, è nipote di Federico Barbarossa, figlio dell’imperatore Enrico VI e di Costanza d’Altavilla. La sua nascita è il frutto di una strategia politica volta a unire in una sola persona il controllo dell’impero e del regno di Sicilia unendo le casate di Svevia e degli Altavilla.

Questa strategia si complica per la morte prematura dei genitori. Enrico muore nel 1197, Costanza nel 1198. Federico viene posto dalla madre sotto la tutela di papa Innocenzo III, per garantirgli il mantenimento del trono di Sicilia.

Nel frattempo, la morte di Enrico VI apre una contesa per l’ascesa al trono imperiale in cui interviene lo stesso Innocenzo III, favorendo l’ascesa di Ottone di Brunswick contro lo zio di Federico, Filippo di Svevia.

La strategia di Innocenzo è volta a evitare che gli Svevi mettano contemporaneamente le mani sulla corona imperiale e sul trono di Palermo, ma la situazione cambia rapidamente.

Dopo essere stato incoronato imperatore nel 1209, Ottone si rivolta rapidamente contro il papa, il quale a questo punto costruisce un’alleanza per scalzarlo dal trono. Perno di questa alleanza è il re francese Filippo Augusto, che nel 1214 sconfigge Ottone, e il suo alleato il re di Inghilterra Giovanni Senzaterra, nella battaglia di Bouvines.

A questo punto Innocenzo III si rivolge a Federico, nel frattempo diventato re di Germania (nel 1213) grazie al sostegno della chiesa locale, sostenendo la sua pretesa di salire al trono imperiale in cambio delle promesse di abdicare dal trono siciliano e di organizzare una nuova crociata.

A questo punto gli eventi prendono una piega inaspettata: Innocenzo muore nel 1216 subito dopo aver promesso l’incoronazione imperiale a Federico. A succedergli al soglio pontificio è papa Onorio III, che a differenza del suo predecessore ha un carattere molto più mite.

Approfittando di questa situazione Federico si rimangia la promessa di abdicare dal trono di Palermo e viene comunque incoronato imperatore nel 1220.


LA MODERNIZZAZIONE DEL REGNO DI SICILIA

Da questo momento Federico si trasferisce nella corte di Palermo e si dedica principalmente al governo del regno di Sicilia, dove modernizza l’amministrazione e dà un grande slancio alla vita culturale del regno.

Fra i suoi interventi più significativi vi sono:

-il sostegno alla nascita della scuola letteraria siciliana, scuola poetica in cui viene coltivata la lingua volgare

-la centralizzazione del potere, con la riduzione delle autonomie cittadine, l’abbattimento dei castelli costruiti abusivamente dai signorotti locali, la creazione di un apparato di funzionari e statali e, soprattutto, l’emanazione nel 1231 delle Costituzioni di Melfi, un insieme di leggi che combinano la tradizione romana e normanna e danno una struttura legislativa unitaria a tutto il regno

-una politica di tolleranza nei confronti dei Saraceni, che ha il suo atto più significativo nella creazione di una zona franca, a Lucera in Puglia, dove i musulmani possono vivere liberamente secondo le loro tradizioni

-l’istituzione dell’Università di Napoli (1224) per la formazione del personale amministrativo


IL PROGETTO UNIVERSALISTICO E IL SUO FALLIMENTO

L’opera di riorganizzazione del regno di Sicilia è, nei piani di Federico, il primo passo di un progetto più vasto, ovvero quello di ristabilire la piena autorità sui territori nelle sue mani, affermando così l’universalità del suo potere.

Segnali in questo senso si vedono:

nella dieta di Cremona nel 1226, dove Federico si presenta col progetto di ripristinare i diritti imperiali sui comuni del Nord Italia, progetto in ogni caso accontonato per la ricostituzione della Lega Lombarda contro cui Federico decide di non combattere

-la promulgazione nel 1235 della Costituzione di pace imperiale, che ha come obiettivo quello di riordinare il diritto penale tedesco, sull’esempio di quanto fatto in Sicilia

A contrastare questo progetto è in primo luogo il papato, a partire dal 1227, quando alla morte di Onorio diventa pontefice Gregorio IX, una figura molto più autorevole e rigida di quella del predecessore.

Come primo atto Gregorio impone a Federico di organizzare la crociata promessa a Innocenzo III e mai realizzata. Di fronte alle incertezze dell’imperatore la risposta di Gregorio è immediata e nel settembre dello stesso 1227 scomunica Federico.

Per ottenere il perdono papale Federico si decide a partire per la Terrasanta in tempi rapidi, giungendovi nel 1228. L’esito di questa crociata è però clamorosa. Invece di dare battaglia ai musulmani, Federico stringe un’intesa col sultano Malik al-Kamil arrivando a stringere un accordo con il quale la città di Gerusalemme viene concessa ai cristiani per dieci anni.

L’accordo raggiunto col sultano ha però come effetto quello di scandalizzare ulteriormente il papa, il quale bandisce contro l’imperatore una vera e propria crociata che porta i nemici di Federico a coalizzarsi.

In una prima fase lo scontro sembra arridere a Federico:

-nel 1230 sconfigge i baroni pugliesi e ottiene da Gregorio la revoca della scomunica (pace di San Germano)

-nel 1237 sconfigge la Lega Lombarda a Cortenuova e comincia a sviluppare il progetto di incorporare nell’impero i territori dello Stato della Chiesa

Nel 1239 Gregorio lancia una nuova scomunica contro Federico e questi nel 1241 arriva a cingere Roma d’assedio, bloccando l’accesso alla città.

La politica antifedericiana viene continuata da Innocenzo IV diventato papa nel 1243.

Impossibilitato a muoversi a Roma, nel 1245 Innocenzo convoca un Concilio a Lione dove dichiara Federico decaduto dalla carica imperiale. Ad aggravare la sua posizione sono l’immagine di Anticristo che la Chiesa costruisce intorno alla sua figura e la creazione di un vasto fronte di nemici, dai comuni guelfi (ovvero alleati del papa), ai nobili tedeschi, passando per i baroni meridionali e dallo stesso figlio di Federico, Enrico che si ribella al padre.

Gli ultimi anni di Federico sono così segnati da battaglie continue. Dopo tutte le vittorie che avevano costellato la sua vita, le truppe imperiali vengono sconfitte nel 1248 a Parma e nel 1249 a Bologna.

In questo clima di incertezza e nel pieno della guerra, nel 1250 Federico si ammala a muore a Lucera.


DOPO LA MORTE DI FEDERICO

Dopo la sua morte il declino della sua casata è rapido.

In Germania l’eredità è raccolto dal figlio Corrado IV, che diventa imperatore ma muore in maniera prematura nel 1254. Da questo momento si apre una fase di lotte ventennali per la carica imperiale, al termine delle quelli la casata di Svevia perderà definitivamente il controllo del trono.

In Sicilia è il figlio naturale Manfredi a farsi incoronare re nel 1258 e a continuare la politica paterna, sostenuto dai comuni ghibellini, i quali nel 1260 sconfiggono le forze guelfe a Montaperti. Contro Manfredi il papa ottiene però il sostegno del fratello del re di Francia, Carlo d’Angiò, che nel 1266 scende in Italia e sconfigge l’esercito di Manfredi nella battaglia di Benevento. In seguito a questa battaglia il trono siciliano passa nelle mani francesi degli Angioini, mentre le forze ghibelline subiscono la sconfitta definitiva.


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